1 Scese dal monte e molta folla lo seguì. 2 Ed ecco, si avvicinò un lebbroso, si prostrò davanti a lui e disse: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». 3 Tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio: sii purificato!». E subito la sua lebbra fu guarita. 4 Poi Gesù gli disse: «Guàrdati bene dal dirlo a qualcuno; va’ invece a mostrarti al sacerdote e presenta l’offerta prescritta da Mosè come testimonianza per loro».
Matteo 8,1-4

Dopo i tre grandi capitoli 5.6.7. nei quali il Signore ci ha regalato il grande “Discorso della Montagna”, entriamo oggi nei cap.8 e 9 dedicati a miracoli compiuti da Gesù. E qui desidero fare una considerazione: non si tratta solo e tanto di memorie di vicende passate, ma la Parola di Dio, attraverso queste “memorie”, ci annuncia, ci rivela e ci dona l’opera del Signore “oggi”, in ciascuno di noi, in tutte le chiese, in tutte le terre, in tutti i popoli…. Dunque, anche questi quattro versetti che aprono il cap.8, sono detti a noi, per ciascuno di noi, per noi tutti insieme, per ogni chiesa e per tutte le chiese, per l’umanità intera come per ogni uomo e donna della terra….
Notiamo, al ver.1, questo “scendere dal monte”, che forse vuole simboleggiare e sottolineare la discesa divina del Signore nella nostra povera storia. E dice che “molta folla lo seguì”: sembra voler indicare più “l’umanità” che una “chiesa”. E’ dunque meravigliosa questa “molta folla”
che lo segue. Mi piace osare sperare che sia proprio così, e cioè che, al di la di tutto, e malgrado tutto, tutta la folla dell’umanità lo segua per essere partecipe della salvezza che Egli è venuto a portare. Cercheremo di ricordare questa folla, come presente a tutti i miracoli compiuti dal Signore in questi due capitoli nei quali Egli ci fa oggi entrare. Uniamoci a questa folla, per essere presenti e protagonisti in tutti i miracoli di salvezza che Egli compirà.
Ed ecco arrivare “un lebbroso”, cioè un uomo malato, che porta nella sua malattia fisica anche una “malattia spirituale” che, secondo la Legge, lo esclude dal tempio e dalla vita di fede del Popolo di Dio. Una malattia che porta con sé l’assoluto isolamento dagli altri. Dunque una “malattia”
assolutamente drammatica, che, posta qui, all’inizio del capitolo, sembra essere simbolo di tutto quello che incontreremo in seguito. Per questo, rimaniamo ancor più stupiti e commossi che da una simile condizione salga questa potente invocazione: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi”!(ver.2).
Non dice “guarirmi”, ma “purificarmi”, a drammatica conferma di quanto dicevo sopra. Ma insieme, il dono della fede! E Gesù entra in piena sintonia con questa dichiarazione e la fa sua: “Lo voglio: sii purificato!”. E così dicendo, “tese la mano e lo toccò”. Nel seguito, il traduttore italiano avrebbe fatto meglio a lasciare il testo alla lettera: “E subito la sua lebbra fu purificata”, dove essere purificati è molto di più che essere guariti!
Tutto questo non è solo un miracolo, ma ben di più: è l’adempimento di tutta la profezia si Israele. E’ il compiersi, in Gesù, della salvezza divina di liberazione dal male e dalla morte. Da questo viene l’indicazione terribilmente umile e spoglia che il Signore dà all’uomo salvato, di mostrarsi al sacerdote che ha il compito di esaminare la condizione del lebbroso, e di portare l’offerta prevista e prescritta da Mosè: immaginiamo lo sconvolgimento di tutto il “sistema” per un miracolo mai prima avvenuto.
Ed è bene così, perché sia di “testimonianza per loro”, cioè per il Popolo di Dio che da secoli attende l’evento salvifico che compirà tutta la sua attesa messianica.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù scende dal monte, il luogo della presenza di Dio, e si immerge nella nostra umana realtà. Il lebbroso, che non poteva salire al monte, poiché escluso dal tempio e dalla possibilità di rivolgersi a Dio, gli si avvicina. E’ difficile per noi cogliere lo scandalo espresso in questi versetti: il lebbroso non poteva e non doveva avvicinarsi, e Gesù stesso – subito dopo – non poteva e non doveva stendere il suo braccio e toccarlo. Ma Gesù dà un calcio a regole ferree e tradizioni che gli uomini hanno fatto passare per volontà di Dio: non ci sono peccatori, non ci sono esclusi e “scomunicati” che non vengano raggiunti dall’amore di Dio. Proprio a questo si appella il povero lebbroso: “Signore, se vuoi…” E Gesù immediatamente: “Lo voglio…” La purificazione è immediata; non c’è la richiesta di cambiar vita, di non peccare…, poiché quanto si è verificato è solo dono meraviglioso e gratuito.