16 E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. 17 Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, 18 perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
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Ritorna oggi la Parola del Signore a proporci quell’atteggiamento esteriore che non vuole ostentare, ma se mai preferisce celare una fedeltà sostanziale al cammino di salvezza e di fede che Dio ci ha donato.
Mi pare che questo voglia sottolineare il dato profondo della nostra relazione autentica – anti-mondana! –della fede, ma forse anche il desiderio a che il discepolo del Signore non voglia ostentare un’estraneità alla condizione umana!
Qui il “segreto” diventa allora anche l’insegnamento e la testimonianza di una “nuova umanità”, desiderosa di annunciare e celebrare quella nuova creazione e quella nuova storia che in Gesù vuole avvicinare e visitare qualsiasi condizione umana!
In particolare, qui possiamo sottolineare l’importanza del “digiuno”! Non ostentato, ma celebrato con semplicità, esso può accostarsi a tanti “digiuni” dolorosi e drammatici che accompagnano dolorosamente l’esistenza umana.
Ho saputo che se nell’emisfero sud del mondo sono moltissimi, come si sapeva, coloro che patiscono drammaticamente la fame, nell’emisfero settentrionale dove viviamo noi, i malati per eccesso di cibo sono ancora più numerosi di coloro che nell’emisfero sud patiscono la fame!
Mi pare che allora il non ostentare la pratica del digiuno acquisti ancora maggiore profondità, anche come umile gesto di comunione con le moltitudini degli affamati!
Una voce provocatoria ci avverte che il nostro consumo di cibo, spesso anche gettato via, ci costringe a prendere atto che se qui nel mondo dove vivo, io mangio una bistecca, per questo uccido un uomo!
Tale il dramma vergognoso delle nostre ingiustizie!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.