27 Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28 Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore. 29 Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30 E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna. 31 Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32 Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.
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Vi trasmetto questa Parola del Signore con il suggerimento che è nato in me da un po’ di preghiera, e che voi più luminosamente potrete ricevere con la vostra preghiera!
La spiegazione che viene offerta dal ver.28 all’adulterio tematizzato al ver.27 mi porta a cogliere la differenza , addirittura il contrasto tra il “possesso” e il “dono”!
Una persona non può essere per me e in me una realtà conquistata e posseduta, ma appunto lo splendore prezioso e delicato di un dono di Dio!
Mi è chiesta dunque dal Signore una grande severità verso i presunti diritti e la presunta legalità delle mie conquiste!
L’ “occhio destro” del ver.29 e la “mano destra” del ver.30 sono occasione di inciampo nell’impegno di accogliere e custodire il dono del Signore.
Proprio perché è “dono”, non è mio diritto né impadronirmene, né disfarmene! Il dono non può essere che richiesto, accolto e custodito!
Il dono di una persona entra nella realtà profonda della mia persona e della mia vita. Non è quindi “a mia disposizione”!
La stessa citazione di “tutto il mio corpo” mi sembra sottolinei e avvalori il senso profondo di una relazione che essendo appunto frutto i un “dono” viene a far parte in modo assoluto di me, della mia persona, della mia stessa corporeità e della mia vita!
E tutto questo giustamente coinvolge in pienezza anche la persona che mi è stata donata, che il mio ripudio esporrebbe all’adulterio, come potentemente ci rivela il ver.32!
La donna che Dio mi ha regalata è parte di me stesso, e dunque anche lei, se ripudiata, verrebbe esposta all’ “adulterio” nell’ipotesi di trovarsi poi unita a chi non è colui che come dono del Signore l’ha ricevuta.
Concludo dicendo che proprio per questo motivo, l’ “unione illegittima” del ver.32 io l’avverto come una vicenda nella quale Dio non ha avuto parte, ed essendo quindi un episodio di pura possessività, non ha neppure tutta la potenza e l’esigenza del dono!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Gesù fa ai suoi discepoli, quindi anche a noi, una proposta-richiesta davvero affascinante: Va bene seguire la norma “Non uccidere” (presente, del resto, nella legislazione di tanti popoli), ma vi chiedo anche di non adirarvi con il fratello, non dirgli “Scemo”, “Idiota” (cosa che noi facciamo con disinvoltura)… Il rispetto affettuoso che dovremmo avere per gli altri ci dovrebbe impedire di disprezzare e offendere. – Con l’adulterio, Gesù va anche oltre: non solo l’azione, ma anche il pensiero, il desiderio sono una mancanza di rispetto, anzi sono un’ingiustizia verso la persona tradita e anche verso la persona falsamente amata. E’ davvero bella la comunità di uomini che si impegna a vivere secondo queste parole del Signore.