18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
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Provo a sottolineare un dato emergente della fede di Gesù. Per questo, richiamo la vostra attenzione sulla tensione tra la semplicità e la modestia degli avvenimenti e la loro portata immensa. Di Gesù non si dice che andava in cerca di qualcuno e che voleva chiamarlo. Egli sta semplicemente camminando lungo il mare di Galilea e gli capita di vedere “due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori” (ver.18). Dunque anche di questi due non si dice niente di straordinario, anzi pare che il testo voglia sottolineare l’ovvietà della loro condizione: essendo pescatori, “gettavano le reti in mare”. Si potrebbe dire: cose che succedono. E voglio trarne un pensiero altrettanto semplice, ma che ritengo di non poco rilievo: la fede non è una dottrina, ma è prima di tutto una storia: la tua e la mia storia. Questo lo dobbiamo dire anche dei due altri fratelli, Giacomo e Giovanni. La fede, per quei quattro, è il fatto che Gesù camminando lungo il mare di Galilea, li vede e li chiama. La fede è la loro risposta silenziosa a Gesù che li chiama: “Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono” (ver.20). La stessa cosa avviene agli altri due fratelli al ver.22. Però intendiamoci bene, avviene a ciascuno dei quattro. Per i secondi due, c’è anche la presenza del padre. E ognuno di loro due vive il suo rapporto con il padre che ognuno di loro lascia il padre lasciando anche la barca. Come anche ciascuno dei due primi lascia le reti e segue Gesù. E’ la storia di loro, e di ciascuno di loro. Molti particolari, tutti molto importanti, si dovrebbero citare per ciascuno di loro. Perché “importanti”? Perché ogni particolare è una “tessera” del mosaico della vita di ciascuno. Vi chiedo un momento ancora di pazienza! Il bello è che ciascuno di noi, in questo momento – mi dicono che siamo più di mille indirizzi – in qualche modo “si riconosce” nella piccola straordinaria vicende dei quattro pescatori di Galilea: luoghi, tempi e modi diversi, ma tali che ognuno di noi vi si riconosce. La Parola di Dio è il paradigma e la rivelazione della storia di ciascuno e di tutti noi. E di tutti! E questa è la fede! Questo è il dono della fede! Scusate la tiri-tera!
Ovviamente molte cose restano aperte. Che cosa vuol dire “pescatori di uomini”? Siamo davanti ad un “cambiamento di lavoro”? In un certo senso pare proprio di sì. Ma forse, più profondamente, vuole dirci che “seguire Gesù” cambia radicalmente tutto! Al punto che forse tutto potrebbe essere ancora più grande: uno continua a vivere la sua vita, ma in realtà la sua vita seguendo Gesù è del tutto radicalmente e interamente nuova: il numero dell’autobus e il giornalaio sono gli stessi; così anche la mia ipertensione e il mio caratteraccio! Ma in realtà tutto è assolutamente nuovo.
E dunque, che cosa significa e che cosa implica quel “lasciare”? Significa che il seguire Lui è talmente dominante che tutto quello che sono, che faccio, che ho, che non ho …tutto è convocato e raccolto in quel “seguire Lui”. C’è il rischio che lo farò meno bene, o con meno passione, o con meno paura, perché quello che conta per me è seguire Lui? Sono portato a pensare, come mi pare di sperimentare anche nella mia poca fede, che tutto diventa molto prezioso, proprio perché ho lasciato tutto per seguire Lui! Forse, è proprio lasciando tutto per seguire Lui, che scopro con stupore che tutto è molto più bello e molto più prezioso di prima. Perché Lui ha occupato tutto, e tutto è diventato meraviglioso. Il Cantico delle creature di Francesco d’Assisi è un capolavoro della letteratura italiana ed è generato dal Canto dei Tre Fanciulli del Libro di Daniele.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.