23 Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. 24 La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. 25 Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.
Matteo 4,23-25

Fin dai primi momenti della sua presenza Gesù raccoglie intorno a Sé una folla numerosissima. Non mi sembra si possa pensarla, questa folla, come “la Chiesa”, ma piuttosto come un’umanità bisognosa di salvezza che lo segue. Forse è importante considerare questa “destinazione” dell’insegnamento e dell’opera salvifica di Gesù! Non è un passo “successivo” alla formazione della comunità, ma in certo senso lo precede.
Dunque, da una parte il Signore con quei suoi primi discepoli, e dall’altra una moltitudine di ammalati. Da una parte il suo ministero che qui viene definito con precisione – “insegnamento nelle sinagoghe, annuncio del vangelo del Regno e guarigione delle malattie e delle infermità nel popolo” – e dall’altra, appunto la folla di malati provenienti da ogni luogo, anche “da oltre il Giordano”. Mi fa pensare alla relazione che in ogni modo si stabilisce tra Lui e il mondo con tutte le sue ferite. Malattie che sembrano non solo fisiche, ma anche psicologiche e spirituali.
Per me è inevitabile pormi una domanda su queste guarigioni: un evento isolato e legato direttamente alla persona di Gesù, o qualcosa che anche oggi accade, o potrebbe accadere? Queste guarigioni: sono la scomparsa della malattia o l’annuncio di un evento e di un cammino nuovo e salvifico che riscatta l’esistenza umana annunciando la vita nuova nel Signore? A me sembra di potere e di dovere dire che l’annuncio del Vangelo strappa la condizione umana dalla prigionia del Male e della Morte e dona la realtà di un cammino che, seguendo il Signore Gesù, porta alla sua Pasqua di passione e di gloria. Se è così, questo ministero di guarigione è presente oggi e può e deve essere esercitato!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.