18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». 20 Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. 22 Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.
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La Parola oggi ci convoca verso una particolare attenzione al senso profondo di questa “chiamata”, e alla sua relazione-non relazione con le persone chiamate, la loro vita, le loro competenze…
Innanzi tutto notiamo questo “cammino” del Signore: nella creazione e nella storia, nei luoghi e nei diversi volti della nostra vita.
E’ evidentemente di grande rilievo la successione di due verbi: “vide” al ver.18 e “chiamò” al ver.21: è il Signore che entra nella nostra vita e la chiama, la elegge!
Egli entra nel concreto della vita e della storia delle persone: fratelli, figli, pescatori, intenti al loro lavoro: gettano in mare le reti, riparano le reti …
Ai vers.20 e 22 il loro “lasciare” per seguirlo!
Il “titolo” più affascinante mi sembra sia la chiamata di Gesù al cambiamento radicale della loro esistenza, esplicitato al ver.19: “vi farò pescatori di uomini”.
E’ una definizione molto “interessante” che può significare sia il cambiamento assoluto della loro vita, sia però anche un rapporto non banale e fortemente simbolico, che mi pare vada considerato!
Certamente l’orizzonte profondo di tutto questo è il “lasciare” quello che sono e quello he stanno facendo, abbandonando sia le relazioni importanti della vita – il “padre” (ver.22) – sia la realtà concreta nella quale hanno vissuto fino a quel momento: le reti (ver.20), la barca (ver.22)!
Il verbo “seguirono” è di grande rilievo, fino a poter essere considerato quello che in certo modo “definisce” i discepoli, come coloro che seguono chi li ha chiamati.
Resta da chiedersi se la definizione “pescatori di uomini” vuole dirci ancora qualcosa: qualcosa di puramente simbolico: non più pesci, ma uomini da “pescare”.
Ma anche una “pesca” radicalmente diversa: gli uomini non sono pesci!
Teniamole entrambi!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Normalmente siamo noi a scegliere il nostro maestro, il biblista o il parroco di cui ci piacciono le omelie…; non così con Gesù: è lui che chiama, che invita a seguirlo; è lui che “ci fa” suoi discepoli. Sarebbe bello rispondere come hanno fatto i quattro del brano odierno: lasciare tutto e seguirlo. E questo, “subito”, con prontezza e immediatezza. I chiamati del testo sono “fratelli”: sembra che la fraternità sia una caratteristica importante dei discepoli di Gesù. Siamo costituiti discepoli e fratelli.