6 Mentre Gesù si trovava a Betània, in casa di Simone il lebbroso, 7 gli si avvicinò una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre egli stava a tavola. 8 I discepoli, vedendo ciò, si sdegnarono e dissero: «Perché questo spreco? 9 Si poteva venderlo per molto denaro e darlo ai poveri!». 10 Ma Gesù se ne accorse e disse loro: «Perché infastidite questa donna? Ella ha compiuto un’azione buona verso di me. 11 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me. 12 Versando questo profumo sul mio corpo, lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura. 13 In verità io vi dico: dovunque sarà annunciato questo Vangelo, nel mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche ciò che ella ha fatto».
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Ecco un episodio pieno di umanità e di tanti significati. Betania significa “Casa del povero” e qui ora è raccolta la comunità di Gesù, fatta di poveri e di piccoli. Ci troviamo “in casa di Simone il lebbroso”: l’abitazione di una persona che era stata esclusa dal tempio, perché colpita dalla lebbra, adesso ospita Gesù diventando così abitazione di Dio! Si avvicina una donna: questo termine indica non solo il genere femminile ma anche la sposa. Essa rappresenta i discepoli di Gesù nella loro relazione nuziale con il Signore. Il profumo che viene versato sul suo capo è un tradizionale simbolo di vita e di amore. Nello stesso tempo è il segno dell’unzione regale, poiché Gesù sta per ricevere, nella sua morte, il sigillo della regalità. “Lei lo ha fatto in vista della mia sepoltura”, dice Gesù: nel dono della Sua vita non si sentirà la puzza della morte ma il profumo della vita nuova, per Lui e per tutti coloro che credono in Lui. I discepoli presenti fanno fatica a capire la bellezza e la profondità del gesto della donna e Gesù chiarisce ancora: “Ella ha compiuto un’azione buona verso di me. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me”. La comunità dei credenti sarà fatta di poveri, accoglierà i poveri, e in questo modo si garantirà la presenza continua e perenne del Signore.
Entriamo ora nel grande racconto della Pasqua del Signore Gesù, che è il cuore e il culmine dei vangeli. La Pasqua è un avvenimento: “voi sapete che fra due giorni è la Pasqua” (v. 2: in realtà quel “è” vuol dire “avviene”). Un avvenimento del passato (la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto), che gli Ebrei rivivono ogni anno come evento che si rinnova nella loro storia presente. Anche Gesù lo vive così, avvertendo che la Pasqua lo coinvolge personalmente: “e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso” (sempre al v. 2). Anche noi siamo invitati ad ascoltare questo racconto lasciandoci prendere per mano dalla potenza di questa Parola che continua ad operare anche nella nostra vita e nella storia degli uomini.
I primi due episodi che questi versetti 1-13 ci presentano rappresentano due modelli contrapposti di rapportarsi con la Pasqua del Signore. Da una parte, i capi dei sacerdoti e gli anziani, che si riuniscono a “consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire” (vv. 3-4): è la via della violenza, del voler dominare ed eliminare i poveri che Gesù rappresenta (ricordare il giudizio finale del cap. 25, che precede immediatamente il racconto della Passione). Dall’altra, la donna della casa di Betania, che versa sul capo di Gesù un profumo di grande valore e per questo si prende il rimprovero dei discepoli, ma anche le difesa del Signore per un atto di amore totale.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni