45 Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? 46 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! 47 Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. 48 Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda”, 49 e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, 50 il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, 51 lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti.
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Chi è questo “servo fidato e prudente”? Oggi, qui da Bologna dove vi scrivo, viene da pensare a Matteo, il nostro nuovo Vescovo, che viene mandato tra noi: ringraziamo il Signore che “lo ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo opportuno” (ver.45).
Pensiamo poi a tutti noi e a ciascuno di noi! Perché a tutti e a ciascuno è affidato dal Signore il comandamento supremo dell’Amore, nella umile concretezza di ogni esistenza. A tale proposito sono preziosi i due attributi del servo: “fidato e prudente”, dei quali il primo dice una persona che non vive e fa di testa sua, ma tutto riceve e trae da Chi lo ha mandato, e in questo modo è “prudente”, che non vuol dire andare sempre a scartamento ridotto, ma procedere e comportarsi secondo la sapienza che è propria di chi lo è perché appunto è “fedele”. Il compito di questo servo è di dare a quelli che gli sono affidati “il cibo a tempo debito”.
A me sembra che ognuno di noi, anche il più piccolo, si debba riconoscere in questo “servo” caricato di una grande responsabilità. Anche un figlio nei confronti dei suoi genitori. Anche uno scolaro nei confronti del suo maestro: tutti verso tutti e ciascuno verso ciascuno! Qui sta la grande importanza della Parola di oggi: la vita cristiana è vita altamente “responsabile”, soprattutto per quel supremo comandamento dell’Amore, che ognuno deve a tutti, sempre!
Saremo dunque tutti come quel “servo beato” (ver.46) se si potrà dire anche di noi come di quelli che “ il padrone, arrivando, troverà ad agire così!”. Chi così sarà trovato, il padrone lo renderà pienamente partecipe mettendolo “a capo di tutti i suoi beni”: è la signoria cui tutti siamo chiamati. E’ l’assunzione finale nella signoria di Dio.
Al contrario è il giudizio del servo malvagio. Qui è molto importante la segnalazione di come sia importante e delicata l’interpretazione del “tempo”: Una splendida Piccola Regola di vita cristiana che leggo e cerco di accogliere insieme ai fratelli e alle sorelle della mia famiglia dice che “il tempo non è nostro, ma di Dio e della Chiesa”. Il grande pericolo è di impadronirsi del tempo, non vivendolo più come tempo di vigilanza e di umile obbedienza d’amore. Allora si cade nell’auto-idolatria che è principio e fonte di tutti i mali , di tutte le violenze e di tutte le ingiustizie della storia. A questo pericolo tutti siamo esposti. Da questo tutti siamo chiamati sempre a convertirci.
Per questo, pregate per me. Preghiamo gli uni per gli altri. E che il Signore custodisca e benedica il nostro Vescovo Matteo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.