15 Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; 16 se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. 17 Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. 18 In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. 19 In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. 20 Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
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Il “contro di te” del ver.15 sembra non appartenere al testo più fedele.
Infatti il percorso proposto oggi dalla Parola del Signore sembra riguardare non un “incidente” direttamente subìto, ma piuttosto qualcosa di contrario al Vangelo di Gesù!
Questo ci aiuta a comprendere anche il senso profondo di una vicenda che esige, se necessario, il coinvolgimento della stessa comunità ecclesiale, come si vede nel nostro brano!
E’ molto bello il “commento” che Gesù fa con quel “avrai guadagnato il tuo fratello” (ver.15)!
Qui l’ammonizione si presenta anche come un evento di amore e di fraterna sollecitudine!
E così anche la precisazione “fra te e lui solo” si riempie di un prezioso legame di comunione fraterna!
Mi sembra che quindi anche i due passi successivi della vicenda, provocati dalla “resistenza” di chi non vuole ravvedersi, siano ben al di là di un “litigio” tra fratelli, ma si tratti di un problema oggettivamente grave!
Questo mi porta a pensare che anche la triste conclusione della vicenda, con quel “sia per te come il pagano e il pubblicano” non debba essere interpretato come un giudizio negativo e definitivo, ma come una situazione che esige una cura particolare!
Questo mi sembra sottolineato anche da quel “il” che cita il pagano e il pubblicano meno come una persona e più come una “situazione”!
Resta poi quella straordinaria conclusione al ver.19 che ancora indica ogni ricerca di verità come un percorso e un evento di comunione.
Sarebbe forse stato meglio, nel luglio del 1949, non scomunicare chi votava comunista, cercando piuttosto di capire come mai un poveretto sfruttato da un lavoraccio mal retribuito volesse sperare in un miglioramento della sua condizione.
Sono questioni e problemi che il Padre sembra voler accompagnare con il suo vivo consenso (ver.19).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
C’è una particolarità: l’iniziativa è presa non da chi ha commesso la colpa e provocato una divisione nella comunità, bensì da chi è stato offeso o comunque da altri membri della comunità. Chi prende l’iniziativa ha già perdonato l’offesa ed evidentemente ha a cuore il bene, l’armonia della comunità stessa. Anche altri vengono coinvolti: due o tre “testimoni” che danno il loro contributo alla riconciliazione. A Gesù preme che tra i suoi discepoli non vi sia offesa reciproca, divisione e contrapposizione, ma riconciliazione e unità. “E se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano”: non vuol dire che non lo devi più trattare con amore, con comprensione, ma che non devi aspettarti di essere ricambiato; amalo e basta. – Nel versetto finale troviamo la grande promessa del Vangelo di Matteo che ritroveremo nelle ultime parole: Gesù è l’Emmanuele, e sarà “Dio con noi”, presente in mezzo a noi, sino alla fine.