21 Da allora Gesù cominciò a spiegare ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei capi dei sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risorgere il terzo giorno. 22 Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». 23 Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
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Quello “spiegare” (ver.21) di Gesù ai suoi discepoli è anche un “mostrare”, e quindi forse non solo con le parole, ma con la sua stessa persona e nel cammino quotidiano!
Mi sembra importante, in questo “primo annuncio” (ne incontreremo altri due esplicitamente citati), la sottolineatura della sua ”obbedienza” : “doveva …” : tutta la pasqua di Gesù, come ogni gesto della sua vita, ma questo come evento culminante, è obbedienza, espressa appunto da quel “doveva”!
La violenta sequenza degli avvenimenti prossimi della sua passione si presenta dunque come una “liturgia”, cioè un’obbedienza d’amore.
Tutto quello che si mostrerà come “subìto” è appunto la pienezza dell’obbedienza del Figlio al Padre!
La reazione di Pietro (ver.22)non è soltanto un prendere Gesù in disparte, ma vuole indicare anche una specie di “autorevolezza”, di un’ammonizione, certo suggerita dall’amore, ma anche legata alla potenza di Gesù, che accende nel “rimprovero” di Pietro quasi il tono di una “sgridata”!
Peraltro la stupenda “risposta-reazione” di Gesù (ver.23) mostra l’intreccio mirabile tra il severo rimprovero e il profondo legame d’amore tra il Signore e il suo discepolo!
Egli chiama “Satana” il capo sei suoi discepoli!
Lo accusa di essergli “si scandalo”!
Ancora lo accusa di non “pensare secondo Dio” (!).
Ma tutto si raccoglie in quel mirabile meraviglioso ”Va’ dietro a me”! Lo manda via! Ma in realtà, più profondamente, lo manda dietro a Sé!!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.