36 Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37 Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38 Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39 e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40 Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41 Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42 e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43 Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!
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La spiegazione della parabola della zizzania da parte del Signore segue una linea retta ed essenziale. Semplice e severa. La via che Gesù ci indica è quella che viene dalla fine e dal fine di tutto: perché Gesù è questo fine e questa fine, perché in Lui tutta la creazione e tutta la storia giungono alla loro pienezza. Per questo, vivendo nell’attesa del compimento, questo compimento, cioè questa piena bellezza, verità e pace ci sono state donate nel mistero dell’Amore di Dio che Gesù ha pienamente rivelato e donato fino all’evento supremo della sua Pasqua.
Per questo, anche i termini usati sono quelli che il Vangelo pienamente definisce e descrive. E sono anche le realtà profonde nelle quali viviamo: “il Figlio dell’uomo”? (ver.37), “i figli del Regno”? e “i figli del Maligno”?, e cioè coloro che hanno ricevuto l’annuncio e la grazia del Vangelo e così vivono, e coloro che sono ancora sotto il dominio dello spirito del Maligno, che è il Diavolo (vers.38-39). I vers.39-43 descrivono il giudizio finale. Qui bisogna tener conto del linguaggio “profetico”? di Gesù, nella grande tradizione della profezia ebraica, dove la severità delle parole non vuole essere predizione del futuro, ma annuncio e ammonizione perché tutti si convertano e splendano “come il sole nel regno del Padre loro”?. Noi che oggi ascoltiamo la conclusione della parabola, siamo chiamati a questa conversione!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.