24 Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25 Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26 Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27 Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28 Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29 “No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30 Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».
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Nella parabola del seminatore erano i terreni ad essere buoni o cattivi. Qui è il seme seminato che può essere buono o cattivo, e viene seminato, quello buono dal padrone del campo – “padrone di casa” al ver.27, reso nella versione latina con “pater familias” – mentre il seme cattivo è seminato da un “uomo nemico”. Questa netta distinzione tra i seminatori e quindi tra i loro semi è importante!
La domanda dei servi al padrone esprime un desiderio molto istintivo e razionalmente accettabile: quante volte lo sradicamento della zizzania viene non solo accettato, ma esaltato come buono e necessario! E come facilmente viene criticata e condannata la contro-indicazione del padrone! E quante volte nella storia del cristianesimo ci si è dovuti accorgere dei guai anche gravissimi, combinati nell’impeto di “fare pulizia”!
Mi si pone qui una domanda che non so se è importante, ma preferisco esprimerla: l’immagine del campo e della zizzania ha solo un significato ampio, in riferimento alle grandi vicende collettive e alle grandi prove della storia, o si può riferire anche alla vita e alle vicende di ogni persona? Qui il problema è spesso molto delicato. Personalmente amo questo riferimento della parabola ad ogni singola esistenza, perché, se plausibile, è una fortissima affermazione della misericordia del Signore, che nel suo giudizio sulla nostra vita getterà via la zizzania dei nostri mali e raccoglierà il buon grano nel suo granaio. Tutto sembra suggerire e chiedere a noi quella stessa pazienza con la quale Dio accompagna la storia di ciascuno e di tutti.
In ogni modo, pazientiamo anche noi, in attesa della spiegazione che della parabola il Signore darà tra qualche tempo.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Notiamo una cosa bella: il padrone di casa, il pater familias, semina solo seme buono: solo cose buone possiamo aspettarci dal nostro Padre nella semina del mondo. Perciò ci risulta misteriosa questa mescolanza di bene e di male, di fattori positivi e negativi, di cui è fatto il mondo e di cui ognuno di noi – credo – ha esperienza diretta nella realtà della propria vita e del proprio intimo. Chi ha un piccolo orto vede bene come “la zizzania” radichi proprio tra le radici degli ortaggi e dei frutti coltivati e come sia difficile eliminarla. – Abbiamo una speranza, anzi una certezza: di poter essere noi stessi grano buono che Dio riporrà nei suoi granai.