18 Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19 Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20 Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21 ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22 Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23 Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».
Matteo 13,18-23

Gesù, dopo averci detto del grande dono che ci è stato fatto, anzi, che ci viene fatto con continuità (“A voi è stato dato conoscere i misteri del regno dei cieli…”(v.11), ci aiuta a capire la fondamentale parabola del seminatore. Quell'”uno” di cui si parla è ognuno di noi e quattro sono le possibilità che abbiamo davanti: ascoltare e non comprendere, e la parola del Regno non rimane nel cuore; ascoltare, accogliere con gioia, ma senza radici, senza costanza…, e la Parola facilmente vien meno; l’accoglienza soffocata dalle preoccupazioni, dalla seduzione del potere e della ricchezza; infine, accogliere la Parola e comprenderla, cioè farla propria, abbracciarla, farne il proprio programma di vita. Non si tratta di quattro individui diversi: ognuno di noi può vivere l’uno e l’altro di questi “tipi” di ascoltatori… e ci auguriamo che prevalga in noi l’ultima e felice risposta.