43 Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. 44 Allora dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E, venuto, la trova vuota, spazzata e adorna. 45 Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora; e l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima. Così avverrà anche a questa generazione malvagia».
Matteo 12,43-45

Per entrare in questa Parola mi sembra di dover ritornare alla richiesta di un segno che abbiamo incontrata al ver.38 del brano precedente: il bisogno di una conferma e di una prova. Questo mi aiuta a cogliere il problema che oggi si pone, e cioè quello di una casa dalla quale è uscito “lo spirito impuro” (ver.43), ma è rimasta “vuota” (ver.44). Quando alla richiesta di “un segno” Gesù rispondeva attraverso la figura profetica di Giona, per parlare di Sé, il Figlio dell’uomo, che è rimasto tre giorni e tre notti nel cuore della terra, e che è presenza e fonte di conversione, realtà ben più grande e potente del profeta Giona e del re Salomone, rimproverava la “generazione malvagia e adultera” che non coglieva il segno e la potenza della sua presenza nella vita e nella storia dell’uomo. Forse lo stesso attributo negativo di generazione “adultera” era denuncia dell’assenza nel cuore dell’uomo della presenza “sponsale” di Lui, il Signore.
Se vale questa ipotesi, quella generazione ha il cuore vuoto, come quella casa rimasta vuota dallo spirito cattivo, ma non riempita del “segno” dello Sposo! E’ un’eventualità purtroppo facilmente presente nello spirito umano, indotto a ritenere che tutto il progetto di salvezza sia l’assenza del male, ma non la presenza positiva, nuova e amante del Cristo Signore. Questo espone lo spirito dell’uomo ad un’aggressione e ad un’invasione drammatica di quel male che il dono della fede aveva scacciato. Ma è solo il bene presente nella Persona del Signore, è solo la sua presenza potente nel nostro spirito e nella nostra vita, a consentire e a proteggere la nostra persona che resta fragile in se stessa, e che ha il segreto della sua salvezza nella presenza e nell’azione dello Spirito di Gesù. Forse il mio è un discorso troppo arzigogolato e confuso, di cui chiedo scusa, sperando che a voi il Signore suggerisca spazi ben più luminosi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
caro Giovanni ho risposto al tuo commento, ma essendo la prima volta che scrivo in questo sito, forse ho sbagliato il tasto e non ti è arrivata cosi la ripeto. Leggendoti mi sono sentita confermata al pensiero che mi è venuto nella preghiera, a come non lasciare la casa vuota: cioè il paragrafo della ns regola 7/22″ è impegno incessante alla conversione dei ns costumi: che speriamo…” ciao santa giornata nella benedizione di Dio! Marta