1 In quel tempo Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. 2 Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». 3 Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? 4 Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. 5 O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6 Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. 7 Se aveste compreso che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrifici, non avreste condannato persone senza colpa. 8 Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato».
Matteo 12,1-8

La Legge proibisce di lavorare di sabato, e quindi anche di “cogliere le spighe” (ver.1).
Di sabato si celebra il dono della salvezza.
Si ricorda e si celebra la salvezza che Dio ha donato al suo Popolo.
E’ giorno celebrato per ricordare come Dio si sia piegato sul suo Popolo, lo abbia fatto uscire dalla prigionia dell’Egitto, lo abbia condotto nel deserto verso la Terra Promessa, lo abbia nutrito con la manna del cielo.
Per questo non si può operare di sabato, ma si deve “riposare” con Dio e far festa.
In tutto questo si celebra la povertà di Israele soccorso dall’amore di Dio.
La fisionomia profonda del sabato è ricordare come abbiamo bisogno di essere salvati, perdonati, nutriti…
Per questo, Davide e i suoi affamati compagni hanno mangiato quei pani che era proibito mangiare. Ma avevano fame! E questo ha giustificato l’azione di Davide (vers.3-4)!
Così, di sabato i sacerdoti del tempio devono mangiare “i pani dell’offerta” (ver.5)!
Il ver.6 afferma quello che è il cuore evangelico di questo episodio dove è Gesù a parlare e ad agire!
E’ Gesù che ricorda quale sia il senso profondo della relazione che Dio ha stabilito con il suo Popolo, come profezia della strada della salvezza di tutta l’umanità.
La misericordia divina è la fonte e la via della salvezza universale!
Nella storia della salvezza, sia nell’Antica come nella nuova Alleanza, molti innocenti sono stati ingiustamente colpiti!
Ora è qui con noi Gesù, il Figlio dell’uomo che è il “Signore del sabato”! (ver.8).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il comportamento di Gesù, in questo racconto, è ben evidente: camminando tra i campi di grano, non rispetta le norme del sabato; poi difende i discepoli che hanno raccolto spighe per mangiarne i chicchi. Il significato del sabato, ben spiegato dal commento di Giovanni, era stato stravolto da tutta una serie di norme, regole, misure…: frutto di “inventiva” di uomini, non volontà di Dio. Un giogo da portare faticosamente. Gesù libera da tutto questo e dà la regola regale dell’osservanza del sabato: è il tempo di celebrare la bontà, la misericordia di Dio, e di esercitarla verso tutti. “Misericordia io voglio e non sacrifici”, come aveva scritto il profeta. La vogliamo anche per noi, questa Misericordia: esserne inondati, in modo da espanderla a nostra volta sui fratelli…