11 In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. 12 Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono. 13 Tutti i Profeti e la Legge infatti hanno profetato fino a Giovanni. 14 E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire. 15 Chi ha orecchi, ascolti!
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L’attesa, la preparazione e la profezia di Israele ha la sua garanzia di verità e fedeltà non se pensa ad un tempo messianico di semplice continuità con il cammino che lo ha preceduto, ma se si dispone a cogliere e ad accogliere l’adempimento straordinario di quella profezia: l’evento è fedelmente preparato, ma è anche assolutamente trascendente! E questa “novità nella fedeltà” riguarda tutto e tutti”. Tutti “i nati di donna” (ver.11) : “il più piccolo nel regno dei cieli” è più grande di Giovanni Battista!
Questo, sia pure con qualche esitazione e dubbio, mi porta verso un’interpretazione positiva dei giorni in cui “il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono” (ver.12). La profezia di Giovanni Battista non può essere che la manifestazione della “crisi” di tutto il creato e di tutta la storia, che hanno preceduto e profetizzato il Messia, ma che ora devono proclamare e accogliere i cieli nuovi e la terra nuova.
La fedele continuità “di tutti i profeti e della Legge” termina con Giovanni, “fino a Giovanni” (ver.13). Giovanni è “quell’Elia che deve venire”, e dunque quell’ “ultimo atto” che inaugura i tempi nuovi del Signore Gesù. Sarebbe interessante anche per noi e per il nostro tempo riflettere su questo, per imparare a cogliere e ad accogliere nella sua pienezza la novità del Cristo e del cristianesimo!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.