1 Cominciò di nuovo a insegnare lungo il mare. Si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli, salito su una barca, si mise a sedere stando in mare, mentre tutta la folla era a terra lungo la riva. 2 Insegnava loro molte cose con parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3 «Ascoltate. Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5 Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; e subito germogliò perché il terreno non era profondo, 6 ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7 Un’altra parte cadde tra i rovi, e i rovi crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8 Altre parti caddero sul terreno buono e diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero il trenta, il sessanta, il cento per uno». 9 E diceva: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
Seleziona Pagina
Oggi siamo parte di quella folla enorme, riunita attorno a Gesù (ver.1). E ascoltiamo Gesù che ci insegna “molte cose con parabole” (ver.2). Stiamo vivendo l’esperienza straordinaria di questo “ascolto” della Parola che è stato la fonte e il cuore della fede dei padri ebrei. L’Evangelista Marco ama attualizzare tale evento ricordando l’esplicito invito del Signore – “Ascoltate” – che ha accompagnato tutta la storia dei nostri padri ebrei: “Ascolta, Israele”. Ora noi, oggi, ascoltiamo Lui, il Figlio di Dio. Non più la Parola antica che era preparazione e profezia, ma Lui, Gesù, che di quella preparazione e di quella profezia è la pienezza e l’adempimento. La “parabola” è il mistero stesso di Dio, la sua Persona, la sua Presenza, la sua opera, misteriosamente “scritta” nella creazione e nella storia. Oggi parabola fondamentale, come Lui dirà in seguito, dove Gesù ci racconta la grande “avventura” della Parola attraverso il gesto umile e affascinante del seminatore. Vi prego di non ascoltare questa Parola nell’angosciante prospettiva di una sua drammatica infruttuosità, ma di accoglierla con meraviglioso e meravigliato stupore per la larghezza di questa seminagione fatta senza risparmio. Amo molto il versetto di un Salmo, Sal.111(112),9, che in italiano è reso con “Egli dona largamente ai poveri”, ma che alla lettera dice “Sperperò, diede ai poveri”. Amo questo seminatore pazzo che getta il seme senza risparmio, proprio dappertutto. Anche perché amo molto pure il Salmo 125(126),6 dove dice del seminatore che “nell’andare, se ne va piangendo, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con gioia, portando i suoi covoni”: immagine meravigliosa della passione e della risurrezione di Gesù! Allora, in questo momento, prima di tutto ringraziamo commossi perché anche noi, terreni aridi, riceviamo il dono della Parola. Infatti è importante sottolineare che quell’invito “Ascoltate”, prima di essere un comando, è un regalo meraviglioso. Che bello essere questa mattina in riva al mare ad ascoltare insieme questa Parola!
Sono contento della “correzione” che è stata fatta della traduzione precedente che diceva, al ver.8, che “un’altra cadde sulla terra buona”. Invece qui è detto, come è il testo originale, che “altre parti caddero…”. Forse vuole, con quel plurale “altre parti” dire una certa abbondanza del seme fruttuoso. E Marco sembra, rispetto agli altri Evangelisti, voler sottolineare tale fecondità con l’accompagnamento di alcuni verbi: “diedero frutto: spuntarono, crebbero e resero…”. E infine anche l’esortazione del ver.9: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!” è a ricordarci che anche il fatto stesso di ascoltare è grazia. E’ dono!
Per oggi, dunque, insieme a voi, sono contento di ascoltare questa Parola, pur consapevole che l’attenzione privilegiata non è sul fatto “di ascoltare”, ma “di come si ascolta”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.