10 Quando poi furono da soli, quelli che erano intorno a lui insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. 11 Ed egli diceva loro: «A voi è stato dato il mistero del regno di Dio; per quelli che sono fuori invece tutto avviene in parabole, 12 affinché
guardino, sì, ma non vedano,
ascoltino, sì, ma non comprendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato».
Il testo è piuttosto “ingarbugliato” e la traduzione italiana non è del tutto convincente, però preferisco non entrare in problemi per i quali la mia preparazione resta molto scarsa. Mi sembra che in ogni modo il tema privilegiato di questo dialogo tra Gesù e i discepoli sia quello delle parabole. A me pare di dover ribadire che le parabole non sono riducibili a degli “esempi”, e neppure a immagini che “facilitino” la lettura e la comprensione della realtà. Preferisco pensare che la parabola sia la presenza del mistero del regno di Dio nella creazione e nella storia. In tal senso l’annuncio del Vangelo è la rivelazione-spiegazione della parabola. Viviamo sempre davanti e dentro a “parabole”. Che il Vangelo appunto illumina e dona. Senza questo dono tutto resta una realtà non spiegata: “per quelli di fuori tutto avviene in parabole” (ver.11).
Questo non deve essere interpretato come una “esclusione”! Lo si deve invece ritenere come l’affermazione che non è realtà che si possa “capire” con le nostre possibilità e le nostre forze. E’ una conoscenza che non si può che ricevere come grazia, come dono di Dio: “A voi è stato dato il mistero di Dio”. Facciamo un esempio concreto. Questa mattina vado ai bordi di un campo e vedo una persona che semina “all’antica” gettando il seme, come dice la parabola che abbiamo ascoltato nei primi versetti di questo capitolo. E per me quello che vedo, tale resta. Invece, si tratta di una parabola! Cioè, in quel semplice fatto che io osservo è presente e celato un dato importante del mistero del regno di Dio! Ma questo posso vederlo solo se e perché mi viene regalato.
Il mistero di Dio non lo si può conquistare. Lo si può solo ricevere. Non è conquista, ma dono. Un mio carissimo amico, che è una grande scienziato, e che è un cristiano sapiente, parlando della ricerca scientifica dice che la scienza mi dice “come” una cosa si svolge. La fede me ne dice il “perché”: la sua finalità suprema. Le parabole sono dunque “luoghi” della realtà nei quali il Vangelo ci rivela i mistero del regno di Dio. Il mistero di Gesù. Il mistero dell’umanità ….. Senza il Vangelo la realtà è una “parabola non spiegata”. Questo dunque è forse il significato di quella frase: “Per quelli che sono fuori tutto avviene in parabole”. Invece, per quelli che sono “intorno a lui insieme ai Dodici” (ver.10) viene spiegata la grande parabola della creazione e della storia.
Le scienze e le sapienze mondane pretendono di vedere e di comprendere tutto. Invece, guardano, sì, ma non vedono, ascoltano, sì, ma non comprendono (ver.12). E dunque non così si può compiere la grande riconciliazione tra Dio e l’umanità. Solo Gesù ci può portare tale dono di conversione e di perdono, e di vita nuova.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.