18 Uscito dunque verso l’altare, che è davanti al Signore, compirà il rito espiatorio per esso, prendendo il sangue del giovenco e il sangue del capro e bagnandone intorno i corni dell’altare. 19 Farà per sette volte l’aspersione del sangue con il dito sopra l’altare; così lo purificherà e lo santificherà dalle impurità degli Israeliti. 20 Quando avrà finito l’aspersione per il santuario, per la tenda del convegno e per l’altare, farà accostare il capro vivo. 21 Aronne poserà le mani sul capo del capro vivo, confesserà sopra di esso tutte le iniquità degli Israeliti, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li riverserà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo incaricato di ciò, lo manderà via nel deserto. 22 Quel capro, portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto. 23 Poi Aronne entrerà nella tenda del convegno, si toglierà le vesti di lino che aveva indossate per entrare nel santuario e le deporrà in quel luogo. 24 Laverà la sua persona nell’acqua in luogo santo, indosserà le sue vesti e uscirà ad offrire il suo olocausto e l’olocausto del popolo e a compiere il rito espiatorio per sé e per il popolo. 25 E farà ardere sull’altare le parti grasse del sacrificio espiatorio. 26 Colui che avrà lasciato andare il capro destinato ad Azazel si laverà le vesti, laverà il suo corpo nell’acqua; dopo, rientrerà nel campo. 27 Si porterà fuori del campo il giovenco del sacrificio espiatorio e il capro del sacrificio, il cui sangue è stato introdotto nel santuario per compiere il rito espiatorio, se ne bruceranno nel fuoco la pelle, la carne e gli escrementi. 28 Poi colui che li avrà bruciati dovrà lavarsi le vesti e bagnarsi il corpo nell’acqua; dopo, rientrerà nel campo. 29 Questa sarà per voi una legge perenne: nel settimo mese, nel decimo giorno del mese, vi umilierete, vi asterrete da qualsiasi lavoro, sia colui che è nativo del paese, sia il forestiero che soggiorna in mezzo a voi. 30 Poiché in quel giorno si compirà il rito espiatorio per voi, al fine di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti al Signore. 31 Sarà per voi un sabato di riposo assoluto e voi vi umilierete; è una legge perenne. 32 Il sacerdote che ha ricevuto l’unzione ed è rivestito del sacerdozio al posto di suo padre, compirà il rito espiatorio; si vestirà delle vesti di lino, delle vesti sacre. 33 Farà l’espiazione per il santuario, per la tenda del convegno e per l’altare; farà l’espiazione per i sacerdoti e per tutto il popolo della comunità. 34 Questa sarà per voi legge perenne: una volta all’anno, per gli Israeliti, si farà l’espiazione di tutti i loro peccati”. E si fece come il Signore aveva ordinato a Mosè.
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Dopo aver compiuto il rito espiatorio (quindi, ad “espiazione” già avvenuta e con il perdono già dato da Dio), Aronne compie un altro rito famoso, quello del cosiddetto “capro espiatorio”; sarebbe meglio dire, più propriamente, del “capro emissario”, cioè inviato (nel deserto). Il sacerdote impone le mani sul capro, confessa le colpe di Israele (proprio tutte: “colpe, trasgressioni, peccati”, v.21); trasferisce tutto sulla testa del capro e lo invia nel deserto ad Azazel. Questo sembra essere il nome di un demonio che si riteneva vivesse nei luoghi aridi, deserti, lontano dalla fecondità della vita. Così, con questo rito, si rimanda a lui ciò che gli appartiene: il male ritorna alla sua prima origine. E’ un rito significativo, ma – come è chiaro nel testo – è Dio che opera l’espiazione e dona il perdono. Siamo lontani da qualunque idea di sacrificio ai demoni. In occasione di questa celebrazione, gli israeliti devono “umiliare le loro anime”, cioè i loro desideri e brame, e leggo che c’è qui un preciso riferimento al digiuno: si praticava in questa festa annuale l’unico digiuno a data fissa del calendario religioso di Israele. Tutti sono coinvolti, anche gli indigeni e i forestieri: riposo per tutti e perdono senza distinzioni di persone. – Nel NT non si mette mai Gesù in relazione con il rito del capro emissario. Gesù è l’agnello pasquale il cui sangue ci salva dalla morte e la cui carne ci nutre per il cammino del nostro esodo.
“30.Poiché in quel giorno si compirà il rito espiatorio per voi, al fine di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti al Signore.”
Saremo purificati, perdonati da tutti i nostri peccati.Il Figlio di Dio ci dona questa Liberazione,che dobbiamo condividere,in carità e amore, con “gli indigeni e i forestieri”. Meglio, non ci sono più indigeni e forestieri, poichè tutti sono un unico popolo, coinvolto e chiamato a questa festa del Perdono, senza distinzione di persone. Il messaggio di universalità della Salvezza è per tutti, senza distinzione alcuna.
Aspetto fino al’ultimo della giornata una piccola luce sul brano di oggi ma nulla..
I versetti di oggi e quel capro caricato dei peccati e mandato nel deserto a morire mi sembra però che già un pò ci introduca nel cammino che inizieremo mercoledì.
Sarà bello seguire l’agnello nel deserto e vedere che non va solamente a morire..ma a realizzare la Pasqua..
E forse come in questi versetti, e come ogni anno nella Pasqua, sarà bello anche accorgersi di capire quasi niente..e che la gioia semplice di seguirlo è già fonte di vita.
E’ già dono. E abbandono umile..