Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44 «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45 Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento. 46 Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. 47 Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48 e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». 49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Luca 9,43b-50
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Quello che secondo la versione italiana è, al ver.44, “mettersi in mente”, nel testo latino è “mettersi nei cuori” e nel testo originale è “mettersi nelle orecchie”. Si tratta dunque, in ogni modo, da parte del Signore, di un’esortazione profonda ad accogliere questo suo annuncio. Ed ecco quello che oggi Egli ci dice: “Il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”! E dunque, la nostra attenzione è chiamata a considerare il significato di questo ”consegnare”! Gesù viene consegnato! Da chi? Certamente, e clamorosamente da Giuda! Al punto che egli è chiamato, come con un soprannome che lo definisce, “il traditore”, che, alla lettera, è appunto “il consegnatore”! Ma, in senso radicalmente opposto, il vero “consegnatore” di Gesù è il Padre! Dice Gv.3,16: “Dio ha tanto amato il mondo da dare (alla lettera, appunto, “consegnare”) il Figlio unigenito…”. Quello che certamente è un tradimento, in senso ultimo è un dono. Anzi, “il dono” supremo! Dunque, siamo qui all’apice della misericordia divina! Dio fa del tradimento di Giuda l’evento della salvezza, (ed io mi chiedo con una certa ansia angosciata: Salvezza anche di Giuda?), e metto la mia domanda tra parentesi, perché non voglio offendere e confondere nessuno! Dunque comprendiamo perché il ver.45 dice che i discepoli “non capivano queste parole”!Anzi, il testo originale dice propriamente al singolare “questa parola”, che non è “una” numericamente, ma che certamente lo è per la potenza della sua provocazione! Noi stessi, oggi, non possiamo che ascoltare con stupore questo supremo “annuncio della salvezza”!! Uno stupore che è persino “timore” di interrogare Gesù su questo! La divina meraviglia del nostro brano in realtà ci conduce dentro il significato profondo di questa Parola trascinandoci, come all’improvviso, in una discussione che si presenta come del tutto lontana e diversa. Discussione su “chi di loro – discepoli – fosse più grande” (ver.46). Ma la straordinaria “risposta” di Gesù ci porta al cuore del nostro tema! E’ una risposta non solo verbale, perché viene da Gesù espressa con il gesto che Egli compie prendendo un bambino e mettendoselo vicino (ver.47).Ed Egli fa questo perché conosce “il pensiero (alla lettera, “il dibattito”) del loro cuore”. Ed ecco allora la straordinaria “risposta” che Gesù ci dona con quel suo gesto e con le sue Parole: “Chi accoglierà questo bambino … accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui ce mi ha mandato”! (ver.48). A quella “consegna-tradimento” deve rispondere e corrispondere una “accoglienza”! In tal modo, la “piccolezza” del bambino significa il “farsi piccolo” di Gesù fino alla Croce, e significa il “farsi piccolo” di Dio stesso che lo ha mandato!! Ma dunque, Dio è piccolo?! Certamente, Dio è Amore, e Il Figlio di Dio ci rivela che l’Amore è farsi piccolo e povero per salvare tutta la creazione e tutta la storia. L’Amore non è un dominio, ma una radicale e totale donazione! Ed è con questo “sguardo nuovo” che Gesù ci invita, ai vers.49-50, a leggere e interpretare ogni vicenda della storia. Giovanni pone il problema di quest’uomo che scaccia demoni nel nome di Gesù, ma non cammina con loro. Propriamente il testo originale non dice “non segue insieme con noi”, ma “non segue con noi”, cioè egli segue il Signore per conto suo, e non con noi. Ma l’amore divino lo vede positivamente, e ci rassicura nelle nostre fragili e impaurite interpretazioni, dicendo che “chi non é contro di voi, è con voi” (ver.50). C’è un’ “ortodossia dell’amore” più grande e accogliente delle nostre “legalità”Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni