23 Poi, a tutti, diceva: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua. 24 Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà. 25 Infatti, quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde o rovina se stesso? 26 Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi. 27 In verità io vi dico: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio».
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COMMENTO
La vita cristiana è un cammino dietro al Signore e quindi la nostra obbedienza al Figlio dell’uomo e alla sua Pasqua, come ascoltavamo ieri al ver. 22: «Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e risorgere il terzo giorno».
Il Signore ci invita a seguirlo in una sequela che non è geografica e che ci coinvolge interamente: camminare dietro al Signore, rinnegare una vita prigioniera della mondanità, l’assunzione della croce di Gesù, interpretata al ver. 24 come un salvare la nostra vita perdendola dietro a Lui e per Lui.
Si potrebbe dire che oggi riceviamo in dono la nuova interpretazione della morte: non si deve morire, ma si deve spendere la vita per Lui. La vita che Egli ci ha donato la si deve accogliere spendendola e donandola. In questo modo siamo chiamati a celebrare il Suo stesso sacrificio d’amore: chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà (ver. 24).
E già fin d ora contempliamo la piena comunione con Lui: vi sono alcuni, qui presenti, che non morranno prima di aver visto il regno di Dio (ver. 27).
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco