22 Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Luca 6,22-23

Le beatitudini annunciate ieri riguardavano l’elemento sostanziale, interiore ed esteriore del discepolo di Gesù. La beatitudine annunciata oggi si riferisce alle conseguenze storiche che da essa deriveranno.
Tale beatitudine è propria del discepolo di Gesù, perché la Persona di Gesù viene celebrata nella storia di ogni suo discepolo!
Tale è, mi pare, il significato dell’espressione “a causa del Figlio dell’uomo” (ver.22).
I discepoli di Gesù incontreranno la stessa sorte del loro Signore: “.. vi odieranno … vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame”!
E questo avverrà perché i discepoli celebrano, annunciano e testimoniano in se stessi e nella loro vicenda la persona e l’opera di Gesù!
L’audacia della Parola evangelica arriva a dire che anche tale umana sconfitta sarà luogo e occasione di beatitudine, perché, come lo furono i profeti di Israele, così anche loro saranno “profeti” perché annunceranno la Pasqua del Signore nella loro stessa vita!
Le antiche profezie si compiranno nella loro testimonianza di Gesù!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi è sembrato un regalo molto bello lasciare che le parole di oggi venissero commentate dal testo che, per pura coincidenza, abbiamo ascoltato questa mattina nella lettura continua degli scritti di San Francesco.
Stamattina abbiamo letto la bellissima LETTERA AD UN MINISTRO, che comincia così:
” A frate N… ministro. Il Signore ti benedica!
Io ti dico, come posso, per quello che riguarda la tua anima, che quelle cose che ti sono di impedimento nell’amare il Signore Iddio, ed ogni persona che ti sarà di ostacolo, siano frati o altri anche se ti coprissero di battiture, tutto questo devi ritenere come una grazia.
E così tu devi volere e non diversamente. E questo tieni in conto di vera obbedienza da parte del Signore Iddio e mia per te, perché io fermamente riconosco che questa è vera obbedienza. E ama coloro che agiscono con te in questo modo, e non esigere da loro altro se non ciò che il Signore darà a te. E in questo amali e non pretendere che diventino cristiani migliori.
E questo sia per te più che stare appartato in un eremo.
E in questo voglio conoscere se tu ami il Signore ed ami me suo servo e tuo, se ti diporterai in questa maniera, e cioè: che non ci sia alcun frate al mondo, che abbia peccato, quanto è possibile peccare, che, dopo aver visto i tuoi occhi, non se ne torni via senza il tuo perdono, se egli lo chiede; e se non chiedesse perdono, chiedi tu a lui se vuole essere perdonato. E se, in seguito, mille volte peccasse davanti ai tuoi occhi, amalo più di me per questo: che tu possa attrarlo al Signore; ed abbi sempre misericordia per tali fratelli.” (Fonti Francescane 234-235)
Se a questo si aggiunge che oggi leggiamo tutto questo proprio nella festa del cuore di Gesù, cioè del Suo Amore fino alla fine… mi sembra proprio che tutto si illumini.