44 Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, 45 perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò. 47 Visto ciò che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: «Veramente quest’uomo era giusto». 48 Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. 49 Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
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COMMENTO
Le concezioni “laiciste” della cosiddetta “fine del mondo” enfatizzano la catastrofe cosmica qui citata ai ver. 44-45, ma noi riceviamo dal vangelo l’annuncio che la fine del mondo non è solo questo: in realtà è la Pasqua di Gesù l’evento che pone fine al “mondo” e ne inaugura uno nuovo.
Il cuore del testo è proprio questo annuncio: la morte di Gesù e la sua comunione con il Padre (ver. 46).
Il “pagano” centurione romano coglie la luce dell’evento, che lo porta a glorificare Dio fino ad una confessione verso la fede: “Veramente quest’uomo era giusto” (ver. 47).
L’evento centrale è la elevazione a Dio di Colui che il soldato romano definiva “uomo giusto”: “il figlio dell’uomo” è “il Figlio di Dio”. In Lui l’intera umanità viene chiamata alla comunione con Dio.
La folla, che “se ne tornava battendosi il petto”, dice una vocazione di tutta l’umanità.
L’accenno finale sulla presenza dei conoscenti del Signore e sulle donne al suo seguito completa la composizione del nuovo popolo che nasce dal sacrificio d’amore del Figlio di Dio.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Francesco e Giovanni