1 Tutta l’assemblea si alzò; lo condussero da Pilato 2 e cominciarono ad accusarlo: «Abbiamo trovato costui che metteva in agitazione il nostro popolo, impediva di pagare tributi a Cesare e affermava di essere Cristo re». 3 Pilato allora lo interrogò: «Sei tu il re dei Giudei?». Ed egli rispose: «Tu lo dici». 4 Pilato disse ai capi dei sacerdoti e alla folla: «Non trovo in quest’uomo alcun motivo di condanna». 5 Ma essi insistevano dicendo: «Costui solleva il popolo, insegnando per tutta la Giudea, dopo aver cominciato dalla Galilea, fino a qui».
Luca 23,1-5

E’ prezioso il legame tra la conclusione del cap.22 e l’inizio del cap.23! Là Gesù veniva “consegnato” alla suprema autorità religiosa del popolo ebraico, qui Egli viene condotto da Pilato, suprema autorità locale dell’impero, e dunque rappresentante di tutte le genti della terra!
Gesù, infatti, con la sua Pasqua di morte e di gloria, diventa il Signore di tutta la creazione e di tutta la storia.
E’ dunque l’ora nella quale la lunga e grande preparazione e profezia custodita dal popolo della Prima Alleanza, ora diviene fonte di salvezza per tutto il creato!
Il nostro brano mi suggerisce che in certo senso questo dono a tutti i popoli, si ponga in termini più “semplici” per questi pagani.
Sono tentato di attribuire questo al dato profondo della fede che ha la sua strada nella libertà e nel suo potere, più forte di ogni affermazione e potestà “religiosa”.
Chiaramente il tentativo di bloccare e annientare la Persona di Gesù portava il sinedrio ebraico verso un’accusa “religiosa”.
Qui – permettetemi il linguaggio grossolano! – si deve percorrere una strada più laica!
Delle tre accuse rivolte a Gesù al ver.2, solo la terza, riguardante il potere regale, il “Cristo re” per i Giudei, chiama l’attenzione di Pilato che peraltro la spoglia del suo significato religioso e lo porta a chiedere a Gesù: “Sei tu il re dei Giudei?” (ver.3).
Gesù, da parte sua, risponde con un’espressione che abbiamo già incontrata, e che in ogni modo restituisce l’interlocutore alla responsabilità della sua stessa domanda e al rilievo della risposta alla quale Gesù lo rimanda.
Il loro insistere, al ver.5, darà a Pilato l’occasione per liberarsi di questo primo “incidente”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.