34 State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; 35 come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».
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COMMENTO
Il ver. 34 sembra volerci avvertire di non lasciarci trascinare nelle logiche del “mondo”: “dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita”. Non a queste dobbiamo obbedire, perché non è questa la realtà profonda e la finalità della nostra vita. Per questo, il ver. 36 ci esorta a sfuggire da queste situazioni, scegliendo invece la fedeltà e l’umiltà della nostra vita: “Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
La Parola del Signore che oggi ci viene donata sembra quindi volerci ricordare la nostra responsabilità al dono, per sfuggire al pericolo dell’idolatria e dell’incredulità, rimanendo fedeli al regalo di Dio, che è il Vangelo di Gesù, il “Figlio dell’uomo”.
Sembra dunque che in quest’ultima ora della creazione e della storia possiamo e dobbiamo astenerci da ogni idolatria, per custodire il dono come figli di Dio e come discepoli.
Tale è la sapienza e l’umiltà della vita cristiana!
Dio vi benedica e voi pregate per noi. Giovanni e Francesco