1 Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: 2 «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. 3 In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. 4 Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, 5 dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». 6 E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto.
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Il cap.18 del nostro Vangelo, nel quale oggi entriamo, ha la preghiera come tema di grande rilievo.
La preghiera non tanto nei suoi contenuti e modi, ma come “condizione” luminosa del credente che affida incessantemente al Signore la sua fragilità e la sua povertà, e in tal modo vive la sua fede!
Per questo è molto significativa l’apertura del capitolo, in certo senso il suo “titolo”: “La necessità di pregare sempre, senza stancarsi”, dove il “non stancarsi” può essere inteso come un “non perdersi d’animo”!
La preghiera allora esprime compiutamente la condizione dell’intera esistenza cristiana come comunione incessante con il Signore.
Come un bambino che non vuole mai staccare la sua piccola mano dalla mano della sua mamma.
Allora anche i passaggi più dolorosi e pericolosi, anche le prove più dure e persistenti, sono vissute in comunione con Lui che ama e non abbandona i suoi piccoli e poveri figli.
L’immagine drammatica del giudice “che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno” confrontata con la vedova che chiedeva giustizia contro il suo avversario, esalta la potenza di una vita fragile e povera che non può far altro che spendersi nel bisogno e nella ricerca di chi solo può salvare!
Se anche un “giudice disonesto” dovrà cedere all’assedio della donna che lo supplica, quanto più Dio farà giustizia a noi che viviamo di Lui che ci salva e ci conduce! Allora è bello sperare di poter “pregare sempre”!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Un’altra bella e sorprendente parabola: questa volta è un giudice ingiusto a suggerire qualcosa di Dio. Ci insegna che possiamo avere una piena fiducia nel Padre, nel suo intervento sicuro, e, nello stesso tempo, che dobbiamo darci da fare nelle realtà della vita. La vedova ci mostra come la resistenza dei deboli, dei piccoli può cambiare la realtà e portare alla giustizia. Con fiducia che il progetto di Dio si compie.