7 Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: 8 «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, 9 e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. 10 Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. 11 Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato». 12 Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. 13 Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; 14 e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
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Questa Parola di Gesù è certamente un grande appello e invito all’umiltà e all’accoglienza! Il Vangelo si annuncia oggi nella sua contrapposizione ad ogni istintiva forma di grandezza e di potere.
Ma porta con sé, sia pure non esplicitamente espresso, anche un grande annuncio evangelico sulla Persona di Gesù!
Lui, infatti, ha scelto e voluto per Sé quello che oggi chiede a tutti noi!
Egli, che è “lo Sposo” nelle grandi nozze tra Dio e l’umanità, si è collocato all’ “ultimo posto”: la croce del malfattore come la sua Croce, in maniera che ogni peccatore, anche quello non pentito, lo possa trovare e ed Egli lo possa raccogliere con Sé, perché sia con Lui nel suo Regno: “Amico, vieni più avanti!” (ver.10).
E per questo, nel banchetto nuziale tra Dio e l’umanità, Gesù invita non quelli che pensano di meritarlo e di non aver bisogno di favori, ma “poveri, storpi, zoppi e ciechi”, che tali sono non solo per cause sociali o fisiche, e che entrano nella stessa “beatitudine” del Cristo che a tutti vuole donare la salvezza.
Per questo, Lui, che per noi si è fatto povero, si colloca tra i poveri e i peccatori.
Questa Parola di Gesù diventa allora anche una mirabile descrizione e un potente annuncio delle nostre assemblee liturgiche, chiamate sempre più ad essere eventi e luoghi privilegiati della misericordia del Signore.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Poiché noi siamo persone comuni, normali, senza posizioni di peso e di potere, possiamo considerarci tra “gli ultimi”, tra quelli che sono “all’ultimo posto”? Quindi sentire rivolte anche a noi le magnifiche parole: “Amico, vieni più avanti!” E ricevere onore da Dio, poiché a lui piace dare onore ai suoi figli. – C’è anche una promessa di beatitudine: sappiamo che vuol dire “felicità piena”, garantita a chi si occupa dei piccoli e dei deboli della società. Infatti, come ha detto esplicitamente Gesù, “c’è più beatitudine nel dare che nel ricevere”.