37 Mentre stava parlando, un fariseo lo invitò a pranzo. Egli andò e si mise a tavola. 38 Il fariseo vide e si meravigliò che non avesse fatto le abluzioni prima del pranzo. 39 Allora il Signore gli disse: «Voi farisei pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma il vostro interno è pieno di avidità e di cattiveria. 40 Stolti! Colui che ha fatto l’esterno non ha forse fatto anche l’interno? 41 Date piuttosto in elemosina quello che c’è dentro, ed ecco, per voi tutto sarà puro. 42 Ma guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. 43 Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. 44 Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
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COMMENTO
Il severo rimprovero del Signore circa una osservanza esterna ed esteriore, che non coglie e non accoglie l’immenso dono della Parola e dello Spirito, ci invita a ripensare al primato evangelico dell’Amore.
Il dono della Parola è il dono dell’Amore di Dio.
L’accoglienza della Parola è la guida e la sostanza del nostro cammino di discepoli, chiamati dal Signore a seguirlo nel sacrificio d’amore, celebrato nella Liturgia e nella nostra vita personale e comunitaria. Tale è il senso della parola di Gesù: “date in elemosina quello che c’è dentro” (ver. 41) e l’invito a non lasciare da parte “la giustizia e l’amore di Dio” (ver. 42).
Non ci aspettiamo un premio finale, perché già fin d’ora accogliamo il dono di seguire il Signore nel suo cammino d’amore per la salvezza di tutta la creazione e di tutta la storia.
Dio ti benedica e tu prega per noi. Giovanni e Francesco