24 Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, si aggira per luoghi deserti cercando sollievo e, non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. 25 Venuto, la trova spazzata e adorna. 26 Allora va, prende altri sette spiriti peggiori di lui, vi entrano e vi prendono dimora. E l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima».
Luca 11,24-26

Mi pare bene riprodurre qui anche il ver.23 che chiudeva il brano di ieri: “Chi non è con me è contro di me, e chi non raccoglie con me disperde”. Questa Parola, infatti, ci mostra l’importanza vitale di una comunione con il Signore, incessantemente cercata e vissuta!
Siamo invece, purtroppo, tentati di stravolgere il dono di Dio vivendolo come possesso e virtù nostra, e non come grazia che in certo modo rivela ancor di più la “sproporzione” tra la nostra umile persona e la nostra umile storia, e il dono che da Lui abbiamo ricevuto!
Il Signore ci vuole ancor più unire a Sé, nella supplica, nella conversione e nell’incessante ricerca di Lui!
E quello che è vero per ogni discepolo, lo è ancor più per la stessa comunità cristiana!
Quelli che noi chiamiamo “i santi” sono le persone più umili e persino tremanti.
Mette sconcerto che l’immagine evangelica di oggi non si presenti come una fortezza ben munita, ma come una “casa” indifesa e con la porta aperta!
Ogni nostro atteggiamento di sicurezza e di autoglorificazione è imprudentemente esposto ad essere reinvaso da ciò da cui era stato liberato.
Siamo una casa non solo aperta, ma “spazzata e adorna”!
Come deve essere prudente ogni affermazione sulla “santità della Chiesa”, che non è sbagliata, ma resta del tutto esposta e dipendente dalla pura grazia di Dio, e dalla nostra incessante conversione!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.