43b Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: 44 «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini». 45 Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
46 Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. 47 Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48 e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
46 Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande. 47 Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino 48 e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
49 Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». 50 Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».
Segnalo una grande opportunità che oggi viene offerta dalla Parola che ascoltiamo e celebriamo. Al ver.44 Gesù dice che bisogna mettersi ben in mente queste parole – alla lettera sarebbe “ponete nelle vostre orecchie queste parole” – non bisogna pensare che questo fosse un problema riguardante solamente gli ascoltatori di allora. Noi siamo nella loro stessa condizione e l’avvertimento insistente di Gesù riguarda noi oggi, è rivolto a noi. Siamo noi quelli che “non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso e avevano timore di interrogarlo su questo argomento”(ver.45). Non sarebbe difficile mostrare l’evidenza di questa situazione nell’attuale vicenda della comunità cristiana, e anche in ciascuno di noi! Per questo seguiremo con grande attenzione l’argomentare di Gesù, che ritorna sule tema pressante della sua Pasqua, sia direttamente, sia approfittando dei pensieri dei discepoli e di singoli episodi che Egli riconduce tutti a quello che vuole far entrare nella nostra mente e nel nostro cuore.
Ecco allora, ai vers.46-48, una discussione tra i discepoli che conferma a Gesù “il pensiero del loro cuore”, e cioè quale sia il più profondo istinto del loro modo di pensare. “Chi fosse il più grande” era l’argomento del loro dibattere: anche qui non sarà difficile a tutti noi cogliere la portata globale di questo interrogativo, e cioè di come questa “competizione” riguardi innumerevoli passaggi e vicende tra cui passiamo, e che, magari quasi inconsapevolmente ripropongono la discussione e la competizione su “chi sia il più grande”. Gesù entra nel dibattito con un gesto: “prese un bambino, se lo mise vicino”. Nei testi paralleli di Matteo 18,1-5 e di Marco 9,33-37, si dice che il bambino lo pone in mezzo a loro. Luca, dicendo che se lo mette vicino vuole forse evidenziare la prossimità tra la piccolezza del bambino e la piccolezza dello stesso Gesù. Accogliere Lui, Gesù, è accogliere una realtà e una condizione segnata dalla “piccolezza” che Egli vuole mostrare attraverso la vicinanza tra Lui e il piccolino. Ma c’è di più: “…e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato”. Ma è Dio Colui che ha mandato Gesù! Come dunque è Dio? Come Gesù e quel bambino? Come è Dio? A questo punto vi propongo una sosta tornando al ver.44: notate come Gesù ha parlato ai suoi: “il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini”. Non dice qui anche della risurrezione! Dice solo della sua consegna per essere crocifisso! Dice solo la piccolezza immane della morte e non la gloria della risurrezione! Certamente vi è compresa…eppure qui non la cita. Qui vuole mettere in evidenza solo lo scandalo e la follia della croce! E adesso torniamo al punto di prima per entrare nella dichiarazione conclusiva di Gesù: “Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande”(ver.48). Certamente ognuno degli ascoltatori può e deve riferire a qualcuno la frase. Ma, in realtà, chi è questo “più piccolo tra tutti voi”? Non è forse Lui stesso, Gesù? Se hanno senso queste considerazioni, dobbiamo renderci conto che il tema della “piccolezza” non è solo la descrizione di un atteggiamento di umiltà, ma è “teologia”, e riguarda dunque l’essere stesso di Dio. E’ allora il Crocifisso l’immagine perfetta di Dio?
E ancora, a coronamento di tutto, l’episodio che Giovanni racconta a Gesù circa l’impedimento dato a un tale che hanno visto scacciare i demoni nel nome di Gesù, ma “non ti segue insieme a noi”(ver.49)! Non fa parte del gruppo! Ma Gesù propone e impone una reazione ben diversa, tutta segnata dall’umiltà e dalla benevolenza, e tutta orientata a togliere ogni pretesa di verifica di appartenenza e di diritto di giudicare la relazione che esiste con ogni situazione: “Non lo impedite, perché chi non é contro di voi, è per voi”. Può essere interessante correre un momento avanti, per trovare in Luca 11,23, un’affermazione ben diversa, che tuttavia conferma e rafforza il pensiero che non noi, ma solo Gesù stesso stabilisce l’appartenenza e la condizione profonda di ogni persona e di ogni vicenda al mondo.
Don Giovanni, ma come facciamo con questa “teologia” cui oggi fai riferimento? Per noi Dio è sempre stato l’onnipotente; la sua potenza e grandezza, espresse ad esempio nel creato, ci “convincono” della sua realtà e presenza… E anche noi, personalmente, abbiamo un bisogno psicologico forte di essere “grandi”: stimati dagli altri, con un ruolo importante e riconosciuto… Grazie della lezione che ci hai trasmesso anche oggi con le parole di Gesù.