37 Il giorno seguente, quando furono discesi dal monte, una grande folla gli venne incontro. 38A un tratto, dalla folla un uomo si mise a gridare: «Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio, perché è l’unico che ho! 39 Ecco, uno spirito lo afferra e improvvisamente si mette a gridare, lo scuote, provocandogli bava alla bocca, se ne allontana a stento e lo lascia sfinito. 40 Ho pregato i tuoi discepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti». 41 Gesù rispose: «O generazione incredula e perversa, fino a quando sarò con voi e vi sopporterò? Conduci qui tuo figlio». 42 Mentre questi si avvicinava, il demonio lo gettò a terra scuotendolo con convulsioni. Gesù minacciò lo spirito impuro, guarì il fanciullo e lo consegnò a suo padre. 43 E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio.
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La Parola che oggi accogliamo dalla bontà del Signore rimarrebbe, mi sembra, enigmatica, se non avessimo la grazia di questo cammino nel Vangelo, versetto per versetto e parola per parola, e con la possibilità, e oggi direi l’opportunità, non solo di ripercorrere il cammino già compiuto, ma anche di dare uno sguardo a quello che abbiamo davanti per i prossimi giorni. Vedremo quanto incalzante si sta facendo l’annuncio che Gesù afferma circa il suo sacrificio d’amore che già abbiamo ascoltato nei giorni scorsi al ver.22 di questo capitolo. Qual è il senso della “protesta” di Gesù, quando gli viene detto che i discepoli, pregati di scacciare lo spirito che invade il fanciullo, “non ci sono riusciti”, alla lettera, “non hanno potuto”, o, meglio ancora, “non ne hanno avuto la potenza”(ver.40)? Mi sembra evidente che Gesù giudica colpevole tale impotenza, colpa attribuita forse non solo ai suoi discepoli, ma a tutti quelli che lo hanno incontrato e ascoltato: una “generazione incredula e perversa ( o, forse meglio, deviata)”(ver41).
Dobbiamo quindi pensare che Gesù ha già indicato la via divina della potenza che salva l’umanità! Ha già comunicato qual è la strada che Lui sta percorrendo: qual è il suo “esodo”! E’ quello che, secondo la Parola che ieri abbiamo ascoltata e celebrata, “stava compiendosi a Gerusalemme”, o meglio, “Egli stava per compiere a Gerusalemme”: la sua Pasqua di morte e di gloria: Il suo sacrificio d’amore per la salvezza di tutta l’umanità. Questo è il segreto della sua potenza: l’Amore. Questa è la potenza che Egli consegna ai suoi discepoli, che non sono né dei maghi, né degli scienziati, nè sono dotati delle potenze tipiche del mondo. Sono mandati ad annunciare e a comunicare la Parola potente dell’Amore di Dio per ogni uomo e donna della terra. Questa è la potenza che scaccia ogni demonio, ogni male. Questa è dunque la ragione della impotenza di cui ora questo padre si rammarica.
E’ interessante la chiusura del nostro brano al ver.43: “E tutti restavano stupiti di fronte alla grandezza di Dio”. La potenza dell’Amore è la “grandezza” di Dio. Una potenza illimitata e stupefacente. Mi batte il cuore mentre scrivo queste parole, perché sono consapevole della mia totale impotenza, per come poco accolgo il dono dell’amore di Dio e quindi poco posso comunicarlo. Così oggi vi chiedo di pregare un po’ per me.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.