10 Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. 11 Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 13 Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». 15 Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 16 Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.

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Nella Parola che ieri apriva il cap.9 del Vangelo secondo Luca ci sembrava di veder emergere come tema fondamentale quello della povertà, che, nelle disposizioni date da Gesù per la missione apostolica, non sembrava un semplice ornamento o un’esaltazione morale, ma un dato essenziale, intimamente connesso con l’annuncio evangelico. Oggi questo si conferma e si dilata. Cito subito il fatto che, mentre i discepoli chiedevano di congedare la folla perché potesse procurarsi con i suoi mezzi quanto occorreva, Gesù dice: “Voi stessi date loro da mangiare”(ver.13). Dunque non ci si trovava in una situazione di difficoltà che solo un miracolo poteva risolvere. Ma Lui insiste perché questa cena siano loro ad offrirla alla gente. Una cena speciale, quindi, non per stretta necessità, ma perché ricca di significato, essenziale per l’annuncio evangelico e per la vita nuova.
Ai vers.10-11 gli apostoli riferiscono a Gesù “tutto quello che avevano fatto”. Egli si ritira con loro, ma le folle non li lasciano, ed “Egli le accolse”, e riprende il suo insegnamento e la sua opera di salvezza. Sono i Dodici a domandargli di congedare la folla, e Lui, come dicevamo, chiede di essere loro a provvedere per tutti. Ecco allora la dichiarazione esplicita della povertà dei loro mezzi, e quindi dell’evidente sproporzione colossale tra il pochissimo che hanno e quello che Gesù chiede loro. Forse Gesù sta chiedendo che essi vadano “a comperare viveri per tutta questa gente”(ver.13)?
Ed ecco, allora il miracolo di questa mensa dotata di così poco che nutrirà i cinquemila e lascerà avanzate dodici ceste di pezzi avanzati dalla loro sazietà! Come avverrà tale prodigio? Forse Gesù moltiplicherà i cinque pani e i due pesci? No! Dopo aver fatto sedere tutti a gruppi di cinquanta, Egli “prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla”. Tenete ben fermo che questi e solo questi sono i gesti che vengono compiuti.
Dei cinque pani benedetti e spezzati avanzano dodici ceste! I Dodici ai quali Gesù ha passato pani e pesci da dare ai cinquemila hanno una cesta ciascuno per continuare a nutrire tutte le generazioni cristiane.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.