51 Mentre stavano compiendosi i giorni in cui sarebbe stato tolto dal mondo, si diresse decisamente verso Gerusalemme 52 e mandò avanti dei messaggeri. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per fare i preparativi per lui. 53 Ma essi non vollero riceverlo, perché era diretto verso Gerusalemme. 54 Quando videro ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: «Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?». 55 Ma Gesù si voltò e li rimproverò. 56 E si avviarono verso un altro villaggio.
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Da oggi l’insegnamento di Gesù ai suoi discepoli diventa un “cammino”. Il cammino fondamentale verso Gerusalemme. Quasi un compimento di tale insegnamento nella persona e nella vicenda di Gesù di Nazaret, come paradigma del cammino di ogni credente. Per questo il nostro brano sembra assumere una tonalità quasi liturgica, e ogni particolare diventa significativo degli eventi supremi di ogni spirito che entri nella strada della salvezza. Il viaggio verso Gerusalemme è veramente, come ascoltavamo nella “profezia” di Mosè ed Elia sul monte al ver.31, quell’ “Esodo” che l’umanità è chiamata a percorrere dietro a Gesù verso la salvezza di Dio. Il viaggio non è solo e tanto un viaggio nello spazio, quanto un viaggio nel tempo, verso quell’essere “tolto dal mondo” che dice insieme la fine della vita terrena e l’ingresso nella vita eterna. Così il ver.51, che sottolinea l’assoluta determinazione di Gesù a compiere sino in fondo la volontà del Padre. Un’ obbedienza a Dio che diventa assoluta e responsabile volontà sua. Tutto questo, alla lettera, è reso con l’espressione che l’italiano traduce liberamente con “si diresse decisamente”, e che nel testo originale suona “indurì il volto per andare a Gerusalemme”.
In questa direzione anche il ver.52 sembra andare oltre l’episodio del villaggio samaritano. I messaggeri che vengono mandati sembrano essere gli stessi annunciatori del Vangelo, che qui appaiono non come gli artefici della salvezza, ma come coloro che devono “fare i preparativi per Lui”, cioè coloro che con l’annuncio evangelico preparano l’incontro che solo il Signore stesso può attuare con ogni vita. E quindi anche il rifiuto dei Samaritani riferito al ver.53 sembra esprimere non solo la puntuale vicenda di estraneità e inimicizia tra giudei e samaritani, ma più globalmente il travaglio dell’annuncio del Vangelo nella storia e il giudizio che tale annuncio porta con sè.
Se vale questa ipotesi di lettura, mi sembra ancora più interessante l’opposizione di Gesù alla proposta punitiva che Giovanni e Giacomo gli fanno, citando 2Re.1,10.12:”scenda un fuoco dal cielo e li consumi”. Questo non è il tempo di questo tipo di giudizio, che peraltro è tutto e solo nelle mani di Dio stesso, ma è il tempo in cui il giudizio avviene già e semplicemente con l’annuncio e la testimonianza del Vangelo. Il Vangelo viene portato al cuore degli uomini, e ogni persona è posta di fronte alla responsabilità di scegliere o rifiutare il dono di Dio. Per questo tale annuncio esige in modo assoluto un atteggiamento di grande mitezza e nello stesso tempo di grande determinazione; così mi sembra di cogliere anche dal ver.56:”E si avviarono verso un altro villaggio”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.