49Stava ancora parlando, quando arrivò uno dalla casa del capo della sinagoga e disse: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». 50Ma Gesù, avendo udito, rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». 51Giunto alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui, fuorché a Pietro, Giovanni e Giacomo e al padre e alla madre della fanciulla. 52Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete. Non è morta, ma dorme». 53Essi lo deridevano, sapendo bene che era morta; 54ma egli le prese la mano e disse ad alta voce: «Fanciulla, àlzati!». 55La vita ritornò in lei e si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56I genitori ne furono sbalorditi, ma egli ordinò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.
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Senza negare assolutamente la storicità dell’evento che oggi ci viene annunciato, mi sembra importante coglierne anche la forza simbolica in ordine alla risurrezione dalla morte per la vita eterna. E anche mi sembra di rilievo il legame e la diversità tra il miracolo della donna ieri e quello di oggi. Ieri una grande folla, oggi un rigoroso contenimento del numero e della significatività dei testimoni del miracolo, come a sottolineare l’assoluta particolarità e la preziosità straordinaria di quello che accade, come se fosse un’ “elezione” potervi essere presenti e partecipi. Tale straordinarietà viene sottolineata anche dall’atteggiamento dei “contro-testimoni”, che sono peraltro “tutti”: “Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei,, ma quando Gesù chiede loro di non piangere perchè la fanciulla “non è morta, ma dorme, essi lo deridevano, sapendo bene che era morta”. E’ impressionante il passaggio subitaneo dalla liturgia funebre – “facevano il lamento su di lei” – alla derisione, per l’amara certezza dell’evidenza della morte. Così i vers.52-53.
Gesù chiama la fanciulla alla risurrezione – “Fanciulla, alzati!” – e, alla lettera, “il suo spirito (o meglio il suo “Spirito”?) ritornò e subito risorse”. Anche Gesù, per confermare i suoi discepoli sull’evento reale e concreto della sua risurrezione, chiederà qualcosa da mangiare in Luca 24,36-43. Sono tutti passaggi preziosi che mi fanno pensare che il miracolo storicamente concreto della risurrezione della fanciulla voglia proporsi anche come annuncio globale della risurrezione dei morti. E ne trovo conferma anche nell’ultimo ver.56, dallo sbalordimento dei genitori all’ordine del Signore “di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto”: la notizia della risurrezione è sempre legata al mistero e al dono della fede, e non è quindi un semplice fatto di cronaca. Forse quindi anche noi in questo momento possiamo pensare ad una persona cara che è morta, ma non è morta, perché lo Spirito del Risorto l’ha chiamata alla pienezza della vita.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
…Non è morta ma dorme…
Ho riletto il testo della lettera agli Efesini: “è detto:
Svégliati, tu che dormi,
risorgi dai morti
e Cristo ti illuminerà”. (Ef 5,14)
Il sonno di lei e il “risveglio” perchè Lui la tocca e la chiama, mi ha ricordato anche il Cantico dei Cantici:”Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore. Un rumore! La voce del mio amato che bussa: Aprimi, sorella mia, mia amica, mia colomba, mio tutto…” (Ct5,2)
Il sonno della morte è vinto dalla forza del Suo Amore. Per questo che ha dato la vita: per il nostro risveglio e per la nostra comunione d’Amore: “Egli è morto per noi perché, sia che vegliamo sia che dormiamo, viviamo insieme con lui.” (1Ts 5,10)