49 Stava ancora parlando quando venne uno della casa del capo della sinagoga a dirgli: «Tua figlia è morta, non disturbare più il maestro». 50 Ma Gesù che aveva udito rispose: «Non temere, soltanto abbi fede e sarà salvata». 51 Giunto alla casa, non lasciò entrare nessuno con sé, all’infuori di Pietro, Giovanni e Giacomo e il padre e la madre della fanciulla. 52 Tutti piangevano e facevano il lamento su di lei. Gesù disse: «Non piangete, perché non è morta, ma dorme». 53 Essi lo deridevano, sapendo che era morta, 54 ma egli, prendendole la mano, disse ad alta voce: «Fanciulla, alzati!». 55 Il suo spirito ritornò in lei ed ella si alzò all’istante. Egli ordinò di darle da mangiare. 56 I genitori ne furono sbalorditi, ma egli raccomandò loro di non raccontare a nessuno ciò che era accaduto.
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La presenza accanto a Gesù di Pietro, Giovanni e Giacomo, i tre discepoli che gli saranno vicini nella Trasfigurazione (c. 9) e nell’agonia al Getsemani (c. 22), ci porta ad accogliere la risurrezione della figlia di Giairo come un “anteprima” della pasqua di Gesù, della sua risurrezione e della nostra risurrezione in lui.
Questo ci aiuta a leggere anche altri particolari del vangelo di oggi come preparazioni ai racconti evangelici della passione e della risurrezione: l’invito a non temere e ad aver fede, a non piangere, a ritenere la morte un sonno (si ritrova un discorso simile nella risurrezione di Lazzaro in Gv 11), la derisione di cui è oggetto Gesù da parte della gente.
Da notare il fatto che “deridevano Gesù sapendo che era morta”: la presunzione di “sapere” gioca brutti scherzi!
Anche la potenza del gesto di Gesù, che “prende con forza” la mano della ragazza e le dice “Sorgi!”, ricorda l’antica iconografia orientale della risurrezione, che ritrae il risorto nell’atto di prendere per mano e trarre fuori dai loro sepolcri Adamo ed Eva.
Forse anche l’ordine del Signore di dar da mangiare alla fanciulla appena risuscitata può essere messo in relazione con i racconti della risurrezione, specialmente quelli di Luca e di Giovanni, che fanno cenni evidenti al dono dell’Eucarestia recato dal risorto ai discepoli.
Il tutto ci fa pensare che questa figliola dodicenne del capo della sinagoga sia una figura della Chiesa e di ogni anima, che ha sempre bisogno di essere risuscitata ad una vita nuova, ricca di speranza e di amore.