38 Uscito dalla sinagoga, entrò nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. 39 Si chinò su di lei, comandò alla febbre e la febbre la lasciò. E subito si alzò in piedi e li serviva.

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Il nostro cammino nella Parola evangelica ci vuole consegnare oggi la certezza che tutta l’opera di Gesù è sempre opera “pasquale”. E’ sempre un “risorgere” da schiavitù, o male, o malattia o morte, per una vita nuova. Nel nostro testo sembra che a Lui stesso si voglia far riferimento in questa direzione: dove al ver.38 si dice “uscito dalla sinagoga”, il testo greco usa il verbo tipico della risurrezione, che vuol dire anche genericamente “alzarsi”. Così, come Gesù “si alza” per uscire dalla sinagoga, la donna, al ver.39, “risorge”, “ si alza” e serve Gesù e i suoi compagni. Tutto è sempre una risurrezione per una vita nuova. In tal senso è forte l’affermazione secondo la quale Gesù “risorge” dalla sinagoga ed “entra nella casa di Simone”: è il passaggio dalla prima economia della preparazione e della profezia, al tempo nuovo della presenza del Figlio di Dio nella storia umana.
Il nuovo tempio di Dio è l’umanità stessa! Il verbo scelto da Luca per dire che “lo pregarono per lei”, è verbo proprio della preghiera! Il verbo usato per dire che la suocera di Simone “era in preda” a una grande febbre esprime una condizione prigioniera, dalla quale la donna deve essere liberata. Ma questo ci porta al testo precedente, dove l’uomo doveva essere liberato dal demone. A conferma di ciò, notiamo che il verbo reso in italiano con “comandò” alla febbre, è lo stesso che al ver.35 del testo precedente diceva che Gesù “ordinò severamente” al demonio impuro di andarsene da quell’uomo. Scusate questo mio “giocare” tra le parole, che vuol mostrare come l’azione “pasquale” del Signore abbia una sua profonda continuità pur nelle diverse situazioni e vicenda.
E’ di grande spessore l’ultimo versetto del nostro brano dove, come dicevamo sopra, la donna “subito si alzò in piedi”, alla lettera “subito risorgendo”, li serviva. Il verbo “servire” esprimerà in termini sempre più forti quella “diaconia” che è ministero della carità e anche ministero liturgico. E qui, ma anche in Luca 8,3 e 10,40, viene attribuito a donne! Un’allusione al diaconato femminile? La suocera di Simone risorge dalla febbre che la teneva prigioniera ed entra nella vita nuova della sua diaconia al Signore e ai suoi discepoli.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
In due versetti oggi troviamo mi pare una bellissima sintesi della vita cristiana.
Il Signore che si china sulla suocera,la salva e lei che risponde all’amore che per prima ha ricevuto.
Nel greco è evidente la ‘resurrezione’ da cui sgorga subito la ‘diaconia’.
Che meraviglia ai nostri occhi!