22 Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». 23 Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». 24 Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. 25 Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarepta di Sidone. 27 C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
28 All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29 Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
28 All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. 29 Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
Vi mando questi pensieri con una certa sospensione d’animo. Ricevetela come una delle diverse letture che si potrebbero dare di questo testo, e custodite nella preghiera e nel cuore quello che il Signore vi regalerà.
Mi sembra molto forte l’affermazione del ver.22, dove si dice della meraviglia degli ebrei di Nazaret, per le “parole di grazia” che uscivano dalla bocca di Gesù. E’ innegabile che qui la percezione della gente è molto positiva! Non è dunque in discussione l’affermazione del ver.21: “Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato”. E’ piuttosto Gesù stesso a “provocare” l’animo dei suoi concittadini con “il proverbio del medico”, e con il messaggio che ne trae circa l’invito a fare a Nazaret quello che ha fatto a Cafarnao. Sarà questo a provocare la reazione negativa e violenta della gente, e quindi a confermare il suo giudizio.
Tale giudizio Gesù lo esprime attraverso due citazioni della Scritture – 1Re 17 e 2Re 5 – che Egli stesso presenta e commenta come una destinazione della grazia di Dio verso condizioni e terre lontane dal Popolo di Dio. Da qui, forse, possiamo trarre una considerazione: il pericoloso istinto di chi è stato “eletto” in modi privilegiato è quello di trasformare la “grazia”, cioè il dono ricevuto dal Signore, in un possesso geloso. Con questo, il popolo eletto si espone a negare la sua missione universale! Quello che riceviamo come pura grazia di Dio lo dobbiamo considerare, custodire e comunicare come dono per tutti! I due episodi citati dal Signore enfatizzano questa “destinazione ai lontani”.
La reazione violenta degli abitanti di Nazaret conferma l’analisi e il giudizio di Gesù. Questo è il grande rischio che accompagna la vita del Popolo di Dio, sia prima sia dopo la venuta nel mondo del Figlio di Dio. Siamo esposti a stravolgere il senso profondo della grazia facendocene possessori e giudici. Invece sembra che dovremmo essere lieti testimoni e grati spettatori dl un’opera che, tra l’altro, non noi, ma Dio stesso compie visitando i lontani e gli esclusi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Le ‘parole di grazia’ che escono dalla bocca di Gesù non vengono accolte dalle persone che già oggi vogliono fargli la pelle.
Interessante capire quali sono gli argomenti per i quali noi non accogliamo la Parola o per i quali non la ascoltiamo pienamente.
Le parole di grazia che ci vengono per prime offerte,quale risposta trovano?quale terreno?quale accoglienza?