35 Poi disse loro: «Quando vi ho mandato senza borsa, né sacca, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36 Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così chi ha una sacca; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37 Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento». 38 Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli disse: «Basta!».
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Ci troviamo anche oggi davanti ad una delle preziose perle che ci offre il solo Vangelo secondo Luca, particolarità che danno al racconto evangelico una singolare ricchezza. Non è semplice cogliere il legame e nello steso tempo la tensione tra i due volti dell’esperienza cristiana descritti in questa Parola.
Possiamo chiamare rapporto tra azione e passione quello che Gesù stabilisce tra l’annuncio del Vangelo e il compimento evangelico della nostra vita nella Pasqua del Signore. L’annuncio evangelico richiede di essere accompagnato, sostenuto e confermato da una povertà che ne illumini la ricchezza e la potenza. L’ora della prova e della passione evidenziano tutta la nostra fragilità, ed esige quindi quell’armatura della fede che consenta di sostenerne la fatica e il dolore.
Si trattava di proclamare la giustizia salvifica di Dio nel suo Cristo. Si tratta ora di rimanere in comunione con la sua passione. E viene citato al ver.37 il tratto di Isaia,53,12: “…è stato annoverato tra gli empi”. Vedremo il rilievo tutto particolare che nel Vangelo secondo Luca ha la presenza dei due malfattori crocifissi accanto a Gesù. Certo, è clamorosa la citazione di Isaia, per la quale si tratta di una prova “doppia”: non solo la Croce, ma anche la croce del malfattore!
E’ di estremo interesse l’affermazione : “Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento”(ver.37). Si tratta del cammino proprio e assolutamente unico di Gesù, il Figlio di Dio, il Messia sofferente, il Giusto crocifisso … ma la Parola che oggi ci viene annunciata dice tutto il nostro coinvolgimento nel cammino del Signore! La celebrazione della Pasqua e la memoria che ne facciamo in ogni Messa, e dunque la nostra “comunione” con Lui, dice e realizza la nostra Pasqua in Lui e con Lui. E’ il paradigma fondamentale di ogni esistenza. Anche, in questi giorni, dei bambini di Gaza.
Il ver.38 è di grande rilievo! Mai l’arma materiale della spada! Ma la spada potente e la beatitudine della povertà per annunciare e testimoniare il Vangelo di Gesù. E la spada potente del nostro cammino dietro a Lui, portando ciascuno la sua croce, sino alla fine. Il “Basta!” che chiude il nostro testo è l’assoluto ripudio di ogni giustificazione della guerra e dell’inimicizia, soprattutto quando la durezza, la violenza e l’ingiustizia del male subito potrebbero indurre a giustificare l’uso di una spada contraria alla spada della Parola e della testimonianza del Signore. Non è più la logica di Caino che “toglie la vita al fratello”, ma è quella di Gesù per la quale ci è chiesto di “dare la vita” per il fratello.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2235-38.html
“E fu annoverato tra gli empi”: Gesù non fa la fine del giusto, ma quella dell’empio, della persona iniqua; Luca lo descriverà sulla croce tra due “malfattori”. La gente considerava questi poveri crocifissi come dei “maledetti da Dio”, secondo le parole del Deuteronomio (se ben ricordo). Proprio una morte infamante: tra gli ultimi della società umana, come egli aveva scelto di essere e di vivere. Per questo può essere insieme e accanto a tutti i disprezzati, umiliati e calpestati della terra, perché condividano la sua Pasqua.