35 Poi disse: «Quando vi ho mandato senza borsa, né bisaccia, né sandali, vi è forse mancato qualcosa?». Risposero: «Nulla». 36 Ed egli soggiunse: «Ma ora, chi ha una borsa la prenda, e così una bisaccia; chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. 37 Perché vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra i malfattori. Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo termine». 38 Ed essi dissero: «Signore, ecco qui due spade». Ma egli rispose «Basta!».
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Le parole che oggi il Signore ci rivolge – anche queste ricordate dal solo Luca tra gli evangelisti – vi consiglio di porle in grande continuità con tutto quello che abbiamo attraversato in questi giorni, e in particolare con il dialogo tra Gesù e Pietro nei versetti precedenti. Quel “ma ora” del ver.36 vuole significare un tempo nuovo, uno “stacco” nella vita dei discepoli che celebra in loro l’atto supremo dell’immolazione del Figlio. Mi sembra che questo si possa collegare con l’annuncio dato a Pietro al ver.31:”..ecco satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano…”; si tratta di quell’ora suprema rispetto alla quale il cammino precedente si pone come preparazione.
La strada percorsa prima e accompagnata da una nota di grande povertà era di fatto un cammino di grande abbondanza perchè quello che si manifestava era la grandezza e la ricchezza del Vangelo e del suo annuncio di salvezza. Il ver.35 lo ricorda come un tempo di pienezza, malgrado tutto! Ma dunque, che cosa segna adesso la differenza radicale di quest’ “ora”? Perchè, ora, l’opportunità di avere con sè “una borsa o una bisaccia”? Perchè, soprattutto, la necessità di quella “spada”(ver.36)? Azzardo questa risposta: perchè la Parola che prima si doveva annunciare è quella nella quale e per la quale ora si deve morire. Perchè la morte di Cristo è l’ultimo inveramento e il segreto di potenza assoluta di quella Parola. La salvezza dei “malfattori” viene ora compiuta con l’assunzione piena da parte di Gesù della condizione del malfattore. Tale è il compimento assoluto e necessario di tutto quello che Gesù ha annunciato e compiuto. Che cosa sta sotto la conversione di Zaccheo o dietro la luce donata ai ciechi? Sta il sacrificio d’amore del Signore! Il prodigio operato da Gesù è il prodigio dell’amore divino! Questo è il suo potere perchè questa è la potenza di Dio. Oso dire, l’unica potenza di Dio, o perlomeno il segreto e la fonte di ogni sua potenza: l’amore! E dunque l’essere annoverato tra i malfattori sino al morire con loro, come vedremo particolarmente evidenziato nel Vangelo secondo Luca, questa è la nota forte che esige in modo pieno e assoluto la “spada” della fede!
Vi comunico un piccolo pensiero che la preghiera su questo testo mi ha suggerito. Abramo si è mosso con la fede quando ha lasciato la sua terra per incamminarsi nella via di Dio. Ma questa fede ha la sua pienezza culminante quando Dio gli chiede il sacrificio del figlio, e quindi la rinuncia a tutto quello che di quella fede era il segno e la promessa. Gesù associa quindi a Sè i discepoli e annuncia loro che la fede in Lui li porta ora al compimento di tutto nel mistero della Pasqua. Pasqua nuova, dove la vittima antica è sostituita dalla nuova, dal nuovo agnello.
Il “basta” di Gesù è quindi il suo giudizio, il suo avvertimento, il suo intervento salvifico nei confronti della perenne tentazione del credente di “ritornare” alla vecchia spada della vana potenza mondana, e quindi la perentoria indicazione circa l’unica “spada” che è necessario avere: quella “fede” per la quale Gesù prega, non solo per Pietro, ma per tutti noi.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
“Tutto quello che mi riguarda volge al suo termine… Basta!”: sono parole che indicano l’atto finale e la determinazione di Gesù nel viverlo. Le altre parole del Signore, in particolare il discorso della spada, ci fanno capire che questo momento decisivo si consuma in un clima di “ostilità universale”, come dice la Bibbia di Gerusalemme… Personalmente, ho trovato conforto in un suggerimento dei primi versetti: “…Vi è forse mancato qualcosa? Essi risposero: Niente!”; parole che ho collegato con il bellissimo salmo: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla… Se anche andassi nella valle della morte , non temo alcun male… Poiché tu sei con me…”.
Scrivo queste righe alla fine della giornata e della settimana. Non so se qualcuno leggerà ancora.
Sinceramente ho pensato poco alle parole della lectio,oggi, mentre per lavoro facevo un trasloco.
E lo spettro della solitudine un pò mi fa rileggere quel ‘ma ora’ effettivamente come un’ora in cui si è più lontani dal Signore.
Fatico a scorgere la bella notizia di oggi quale sia.
Il Mistero della Croce mi sfugge.
Forse non sono mai stato seriamente nella prova della fede, nei miei 24 anni e 5 da ‘frequentante’. Vedremo.
E’ bello però non sentirsi soli in questa battagnia, se c’è.
Insieme a Zaccheo, alla vedova..
E a voi!Vi voglio bene!
anche io come maurizio scrivo un pensiero solo ora alla fine della giornata.., il testo è infatti difficile.
a me è rimasto impresso questo comando così strano del Signore di prendere la borsa, la bisaccia e addirittura la spada, diversamente da quando li ha trionfalmente mandati in missione. Di spade ne hanno già due e vedremo che l’uso che ne faranno nell’orto sarà subito rimediato da Gesù. Quindi perchè questo comando??
L’ora è arrivata. La scrittura (passi duri che parlano di lui come malfattore!) si compie. Un salto bel buio nel quale non ci saranno appoggi.
È una parola forte e bisogna fidarsi.
L’ora che è giunta…. È l’ora che giunge per testimoniare la fede. E questa parola viene detta a chi sa che amare significa morire.
La spada è la fortezza della fede che chi persevera sente tagliare in due. Non ci sono mezze misure
O si è con Dio opure no.