31 Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; 32 ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli». 33 E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare anche in prigione e alla morte». 34 Gli rispose: «Pietro, io ti dico: oggi il gallo non canterà prima che tu, per tre volte, abbia negato di conoscermi».
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Solo Luca tra gli evangelisti ricorda la Parola di Gesù a Pietro ai vers.31-32. Si raccoglie nella persona di Pietro quello che Matteo e Marco dicono di tutti: tutti si scandalizzeranno di Lui e lo abbandoneranno, come del resto è confermato qui al ver.31, dove si dice che tutti saranno cercati e “vagliati” dal tentatore. Qui ci viene detto ancora dell’intervento potente di Satana, ma sembra di cogliere che la negatività dell’azione e della tentazione demoniaca può addirittura essere interna alla storia della fede di ciascuno, come qui lo è di Simone. Tutti saranno “vagliati” da Satana nel momento della passione e della croce di Gesù.
Tuttavia Gesù dice che la gravità del tradimento sarà accompagnata e sostenuta dalla preghiera di Gesù stesso: “ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno”(ver.32). Questo mi sembra di estrema importanza perché dice la nostra condizione di discepoli peccatori. La preghiera di Gesù ci protegge affinchè la fede “non venga meno”. E poi il compito di Pietro – ma forse non solo di lui ma di ognuno di noi! – di confermare, cioè di “confermare” i fratelli. Questa possibilità di confermare sembra venire non solo e non tanto da una precisa “autorità”, quanto dall’esperienza di chi, avendo conosciuto il dramma del tradimento, non ha smarrito la fede perché Gesù non lo ha abbandonato, e dunque, come peccatore salvato, per la forza di questa esperienza di umiliazione e di grazia, può e deve, come Pietro, confermare-rafforzare i suoi fratelli. L’esperienza negativa del peccato sembra diventare, per la misericordia divina, un dato di esperienza e di sapienza intorno alla misericordia divina e quindi un elemento prezioso per tutta la comunità credente.
A questo Pietro sembra volersi in qualche modo opporre. Tale pare essere il senso che assumono i vers.33-34, e cioè una determinazione sincera di fedeltà e di comunione con il Signore e con la sua Pasqua. Ma Gesù, annunciandogli perentoriamente il tradimento, non introduce un elemento negativo e di sconforto, ma al contrario! Quello che noi possiamo fare di bene l’uno per l’altro, non è legato, per grazia di Dio, alla positività della nostra vita, ma ancora e sempre alla potenza della misericordia del Signore, che, addirittura, può trasformare positivamente anche la nostra vicenda di peccatori, come esperienza preziosa della salvezza che Dio è venuto a donare all’umanità nella persona e nella Pasqua del suo Figlio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-2231-34.html