31 Poi prese con sé i Dodici e disse loro: «Ecco, noi andiamo a Gerusalemme, e tutto ciò che fu scritto dai profeti riguardo al Figlio dell’uomo si compirà. 32 Sarà consegnato ai pagani, schernito, oltraggiato, coperto di sputi 33 e, dopo averlo flagellato, lo uccideranno e il terzo giorno risorgerà». 34 Ma non compresero nulla di tutto questo; quel parlare restava oscuro per loro e non capivano ciò che egli aveva detto.
35 Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. 36 Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. 37 Gli risposero: «Passa Gesù il Nazareno!». 38 Allora incominciò a gridare: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». 39 Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». 40 Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: 41 «Che vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». 42 E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». 43 Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
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In questo ultimo annuncio della sua Pasqua da parte di Gesù viene sottolineata la “parte” del popolo della prima alleanza, e cioè la grande profezia che “riguardo al Figlio dell’uomo si compirà”(ver.31). Si afferma con più incisività che allora Egli “sarà consegnato ai pagani”(ver.32), dove questa consegna è il “tradimento” di Israele che non lo riconosce e non lo accoglie, ma in tal modo apre la via universale del Vangelo di Gesù. E infine la non comprensione da parte degli stessi Dodici. Il nostro testo di oggi, facendoci ascoltare di seguito alle parole del Signore la vicenda del mendicante cieco, sembra riportarci alla situazione di Israele, che alla fine riceverà la luce della fede in Gesù.
Questo annuncio della Passione mi sembra illumini la persona e la vicenda di tutti i piccoli che abbiamo incontrato in questo cap.18: dalla vedova che supplica le sia fatta giustizia – notate che, come il capitolo si apre con questo grido del povero, e quindi degli eletti che gridano giorno e notte verso Dio, si conclude con il grido e la supplica del mendicante cieco – al pubblicano che chiede misericordia, ai bambini che devono poter andare a Gesù in contrasto con il notabile troppo ricco e quindi triste… Tutte queste figure vengono oggi visitate dal più piccolo di tutti, il Signore mite e obbediente al Padre. Crocifisso e risorto.
Il mendicante cieco che grida verso il figlio di Davide, che dicevamo figura di Israele che deve entrare nella luce del Messia, è figura di ogni cuore che cerca la luce, che attraverso qualcuno viene a sapere che Gesù il Nazareno sta passando, che grida a Lui per riceverne la compassione, che trova in questo lo stesso ostacolo che trovavano i bambini e l’emarginazione alla quale lo confinerebbe un atteggiamento che ricorda il giudizio del fariseo della parabola nei confronti del pubblicano peccatore. Questo mendicante cieco è ogni cuore umano che cerca la luce. Il Cristo si ferma per lui e vuole gli sia condotto. Esaudirà la sua supplica riconoscendo il segno della fede nella sua supplica. Colui che ha ricevuto il dono della luce, proprio per questo, mi sembra, lo segue lodando Dio.
Ma sembra di capire che il miracolo di luce ricevuto da quel mendicante illumini anche “tutto il popolo”, che, esso stesso, “vede, e dà lode a Dio”(ver43).
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Non ho ben capito, mi è sembrato un po’ limitato il titolino della Bibbia di Gerusalemme ‘terzo annunzio della passione’ dato che al v.33 c’è anche ‘e il terzo giorno risorgerà’.
Del terzo annunzio della Pasqua mi ha colpito che i dodici ‘non compresero nulla’, ‘quel parlare restava oscuro’, ‘non capivano’, esattamente come il cieco di Gerico che non sa cosa accade. Può forse rappresentare il nostro rapporto con il Mistero e l’opera di salvezza che il Signore compie nelle nostre vite.
Mi è piaciuto la prontezza con cui il cieco, sentendo che passava Gesù, incomincia a gridare ‘Abbi pietà di me!’. Non vede niente, non sa cosa succede e lo stesso grida al Signore. Come il pubblicano in preghiera al tempio.
Ho visto forte il collegamento con la preghiera del Celeste Lume e la richiesta di essere sempre prevenuti. Anche nei momenti più lontani, più atei, della giornata, della vita può sempre partire il grido ‘Abbi pieta di me!’. Mi sembra che il Signore oggi ci voglia suggerire di farlo.
Mi han colpito gli ultimi versetti “E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio”, che peraltro non troviamo negli altri Vangeli di Mt e Mc, innanzi tutto per questo secondo miracolo, che si compie perchè Gesù dopo aver donato la vista al cieco la da’ anche a tutto il popolo. E poi perchè mi sembra che la fede non sia un dono “proprio” (egoistico) ma viene regalata a ciascuno perchè poi venga …regalata e condivisa con gli altri !
“Il terzo annuncio”: quindi, secondo il linguaggio biblico, quello ultimo, definitivo. Gesù ha deciso di andare fino alla meta, a Gerusalemme, pur immaginando o sapendo cosa lo aspettava. In questo testo sono assenti i sacerdoti e i dottori della legge, e si distinguono “i pagani”. Si descrive la passione con forti particolari… Che tempesta doveva esserci nel cuore, nell’animo del Signore Gesù… Il suo viaggio non ha soste, se non per fare del bene. Dicono a Bartimeo: “Passa Gesù…”. Poi Gesù si ferma per lui… e poco dopo tutti riprendono il cammino. Così – ci auguriamo oggi – sia anche per noi.
Mi piace molto nel testo di oggi tutta questa gente che segue il Signore: a partire dai discepoli che il Signore “prese con se” continuando con “la gente” del v. 36 e finendo con questo cieco che anche lui “cominciò a seguirlo lodando Dio”. Pensavo che forse siamo tutti noi in tanti momenti della nostra vita: quando cioè il Signore a un certo punto ci prende e ci porta con se, noi cominciamo per Sua grazia a seguirlo, anche se ancora nel buio perchè mi pare che tutta questa gente in realtà non avesse ancora capito bene chi fosse Gesù il Nazareno vista la reazione che ha nei confronti del cieco che grida e invoca la pietà del Signore, fino a che a un certo punto ci apre gli occhi. MI viene in mento a proposito il racconto dei discepoli in cammino per Emmaus, che hanno vissuto con il Signore tutta la vicenda della Sua passione e nonostante questo ancora non lo riconoscono. La mia vita mi sembra molto così: un’alternanza fra momenti di cecità e spiragli di luce. Importante mi sembra però che Lui ci dica “io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo”.
Nella confusione di questo pensiero concludo dicendo che mi piaceva anche molto l’accostamento che oggi il Signore ci dona fra la lode al Signore di questo piccolo visitato dal suo Signore nella sua povertà e il paragrafetto della Regola di oggi “Lode interiore e amore, preghiera e lavoro, custodiscono i voti di castità e povertà, e sono da essi custoditi. I voti sono soltanto un’umile risposta, da approfondire incessantemente, ai due doni che solo il Cristo sposo può dare: il dono della verginità e il dono della povertà evangelica.”
Anche oggi emerge quanto sia importante il rapporto stretto, personale, familiare, quotidiano con Gesù.
Il Signore parla della sua Pasqua, cita le scritture antiche… Ma questo annuncio resta oscuro ai discepoli. In effetti i 12 capiranno solo a resurrezione avvenuta e si ricorderanno di queste parole. E’ quindi importantissimo che Gesù ora le spieghi, annunzi, prepari… anche sapendo di non essere capito.
La cosa travolgente è come Gesù voglia e riesca a prendere con sè in questa strada difficile verso Gerusalemme non solo i 12 che non capiscono nulla ma anche un cieco, che sa dire solo con insistenza, a voce alta: “Figlio di Davide abbi pietà di me” “Ridammi la vista!”
Cosa possiamo capire della Pasqua? Il regalo dell’essere suoi discepolo è poterlo seguire… magari con un po’ di ingenuità!
Mi è venuto in mente il dialogo tra Gesù e discepoli quando, alla notizia della malattia di Lazzaro, devo decidere cosa fare:
Gv 11:7-16 disse ai discepoli: “Andiamo di nuovo in Giudea!”. I discepoli gli dissero: “Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?”… “Il nostro amico Lazzaro s’è addormentato; ma io vado a svegliarlo”. Gli dissero allora i discepoli: “Signore, se s’è addormentato, guarirà”. Gesù parlava della morte di lui, essi invece pensarono che si riferisse al riposo del sonno. Allora Gesù disse loro apertamente: “Lazzaro è morto e io sono contento per voi di non essere stato là, perché voi crediate. Orsù, andiamo da lui!”. Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse ai condiscepoli: “Andiamo anche noi a morire con lui!”.
Capiscono poco… ma si fidano e dicono con entusiasmo “andiamo a morire con lui!”