20 I farisei gli domandarono: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, 21 e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!».

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Le note delle bibbie dicono che questa domanda del ver.20 caratterizza fortemente l’atteggiamento dei farisei verso il compiersi dei tempi messianici. Noi dobbiamo dire che questo tipo di domande accompagna anche tutta l’esperienza cristiana. E questo non solo e non tanto per il sorgere di tempo in tempo previsioni e predizioni “apocalittiche”, ma perché è tentazione della stessa comunità cristiana anche nelle sue guide autorevoli, pretendere e difendere il compimento e la presenza del regno sia con la struttura stessa della comunità cristiana, sia con l’identificarlo con una pretesa adesione al precetto. Ma sono “visibilità” pretestuose e spesso molto dannose.
Perciò la risposta di Gesù è molto importante. Egli dice che “il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione”. L’espressione della versione italiana che dice appunto “in modo da attirare l’attenzione”, è unica in tutto il Nuovo Testamento, e nella versione latina viene resa con “cum observatione”. Gesù vuol dire che la presenza del Regno di Dio non è esteriormente e razionalmente verificabile, e non la si può calcolare, valutare e identificare né con strutture collettive, né con comportamenti fissi cui adeguarsi. Nessuno quindi potrà pretendere di identificare esteriormente il Regno di Dio e di indicarlo presente in un luogo, in un evento, in un preteso prodigio o addirittura in una persona o in una funzione ecclesiale.
Ed ecco l’affermazione conclusiva e decisiva del ver.21: “Perché, ecco, il Regno di Dio è in mezzo a voi!”. La traduzione “in mezzo a voi” viene preferita perché si tema l’intimismo dell’espressione “in voi”. Mi sembra si debba tener conto anche di questa possibilità, perché effettivamente il Regno di Dio, che è Gesù qui con noi (!), è effettivamente immerso nella realtà e nell’agire umano. In ogni persona, chiunque essa sia. Come sarà detto nei versetti successivi, anche in tempi e frangenti del tutto negativi. E questo perché il Vangelo del Signore opera in tutte le situazioni e in tutte le vicende, perché Egli ama ogni creatura umana e ama anche tutta la creazione. E ama anche tutta la storia, e ormai ogni vicenda deve essere visitata dal suo Vangelo. Ogni condizione della storia viene giudicata dal Vangelo, sempre in vista e nella divina volontà della salvezza di ogni uomo e donna della terra. Anche la vita di un “ateo professo” – perché molti di noi siamo magari “atei anonimi” – può e deve essere letta e interpretata alla luce del Vangelo, sia per rilevarne il dramma sia per scoprirvi l’amore di Dio che non abbandona nessuno, indipendentemente dalla risposta che gli si dà. Io percepisco abbastanza chiaramente il nulla e la tremenda “delusione” della mia risposta a tutto il bene che ogni giorno, anche oggi, il Signore mi regala.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-1720-21.html
C’è una parola ripetuta tre volte oggi (in italiano): “ecco”. Propriamente in greco è luna forma di imperativo del verbo vedere. È una particella che serve ad animare il discorso, a suscitare l’attenzione o ad introdurre qualcosa di nuovo, a sottolineare, mettere in risalto un fatto: ecco, vedi!, vedere!
Curiosa quindi l’indicazione di Gesù: il Regno di Dio non viene attirando l’attenzione, con segni evidenti e visibili. Eppure si deve dire, con entusiasmo, con meraviglia, con gioia “ecco, vedi, guarda, il Regno di Dio è in mezzo a voi!”. Non si fa vedere da solo, ma deve essere annunciato, deve essere mostrato. A quel punto diventa evidente, scoperto, vero, mescolato con la nostra realtà, per tutti!
In questi due piccoli versetti c’è tutto il Vangelo, la bella e buona notizia: il regno di Dio è qui, presente, tra noi. Vuol dire che Dio ci “governa” (anche se questo verbo si colora oggi di tante negatività), opera oggi per il bene della comunità umana e di ciascuno, ha a cuore i più deboli (“gli orfani e le vedove”)… Ci vien detto però che tutto ciò avviene non in modo da attirare l’attenzione. Noi, così legati al materiale, al concreto e verificabile, siamo portati a vederlo nella chiesa, come costruzione e come istituzione, o nella concretezza della Legge, nelle regole da osservare, nella fedeltà alle tradizioni, nelle pratiche di pietà…, ma non è così. Tuttavia, ascoltando e guardando le persone e le relazioni umane, la vita e la storia, possiamo forse intravvedere l’opera di Dio.