16,1 Diceva anche ai discepoli: «C’era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2 Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. 3 L’amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. 4 So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. 5 Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: 6 Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d’olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. 7 Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. 8 Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.
9 Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand’essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.
10 Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.
11 Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? 12 E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?
13 Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire a Dio e a mammona».

Seleziona Pagina
Mi sembra che il Vangelo di oggi ci chieda di riconsiderare la nostra amministrazione. Come nella prima lettera di Pietro:
‘Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio.’
L’amministratore disonesto dimostra la sua infedeltà nel poco(vv.11-12)così noi nel poco della nostra vita,delle nostre capacità, possiamo forse cercare di essere fedeli amministratori della grazia ricevuta.
Mi è piaciuto che l’amministratore dice tra sè: ‘zappare non ho forza,mendicare mi vergogno’. Come se ci fosse in noi qualcosa di preciso da amministrare e da donare.
Sempre la lettere di Pietro:
‘Chi parla lo faccia come con parole di Dio, chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia rievuta da Dio, perchè in tutto venga glorificato Dio’.
Mi pare che il criterio per un’amministrazione fedele ce lo dia il Vangelo al versetto 13 dove emerge l’importanza di una servizio totalmente dedicato a Dio e non a sè stessi.
Personalmente trovo tutto molto difficile da attuare.
L’amministratore è accusato di sperperare il denaro del padrone come ieri il figlio ha sperperato tutti i soldi del padre. Però invece di restare solo, si dà da fare per trovare amici che lo accolgano nella loro casa (come quella del Padre che accoglie il figlio perduto) una volta sollevato dall’incarico di amministratore.
Molto bello questo invito a farci “a tutti i costi” degli amici che ci prendano con loro quando siamo poveri.
Ho fatto un collegamento anche tra questo amministratore disonesto e Gesù. Stamattina a messa infatti abbiamo ascoltato la lettera ai Colossesi che dice: (2:13-14) Con Gesù Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati e per l’ incirconcisione della vostra carne, perdonandoci tutti i peccati, annullando il documento scritto del nostro debito, le cui condizioni ci erano sfavorevoli. Egli lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce.
Dio si è servito del suo amministratore più fidato per cancellare i nostri debiti inchiodandoli alla croce, Lui che era ricco e si è fatto povero per noi.
“Diceva anche ai suoi discepoli… “: quell'”anche” vuol dire che continua il discorso del c. 15, delle tre parabole della misericordia; quel discorso, che era indirizzato soprattutto ai farisei e agli scribi, che mal sopportavano che Gesù ricevesse i peccatori e mangiasse con loro, ora si estende ai discepoli, chiamati ad immedesimarsi nel fratello più anziano del figliol prodigo e a cogliere la lezione di misericordia del padre. Se è così, allora i provvedimenti, che l’amministratore della parabola odierna prende per ovviare alla sua cattiva amministrazione, condonando parti consistenti dei debiti ai debitori del suo padrone, potrebbero essere intesi come atti di “misericordia”; i debiti infatti nel linguaggio evangelico sono i peccati e la misericordia è proprio il condono dei peccati.
Se poi si vogliono leggere in progressione le parabole di questi giorni, allora si vede che la situazione dell’uomo tende a peggiorare: il figliol prodigo, dopo aver sbagliato, ha tuttavia ancora una “chance” e viene reintegrato al suo posto di figlio amato nella casa di suo padre; invece l’amministratore di oggi non ha più possibilità di ricupero: l’amministrazione gli viene tolta e sembra che anche la sua casa corra seri pericoli, così che egli deve preoccuparsi di trovarne delle nuove per l’avvenire. Insomma, la situazione umana appare oggi più irreparabile, ma non per questo con meno speranze di riscatto; infatti quel luogo di accoglienza, di consolazione e perdono che il figliol prodigo aveva ritrovato nella casa di suo padre, l’amministratore disonesto di oggi lo troverà nelle tante case dei suoi poveri debitori beneficati. Così “le dimore eterne dei poveri” prendono il posto oggi della casa del Padre.
Da ultimo si potrebbe fare un’osservazione sul tema delle ricchezze, già toccato diverse volte dal vangelo di Luca: oggi senza reticenza alcuna si dice che esse sono ingiuste, ma anche che ciò che fu strumento di ingiustizia può essere riscattato e trasformarsi in strumento di bene per tanti ed infine tornare a vantaggio di colui stesso che ha fatto il bene.
Sul tema delle ricchezze che, come dice don Giuseppe, è così presente nel Vangelo di Luca, ho sentito in questi giorni un’osservazione che mi piace condividere con voi: “nell’al di là” non ci porteremo nulla di tutto quello che abbiamo posseduto o accumulato…; il nostro patrimonio futuro sarà solo quello che abbiamo dato agli altri! Quello che diamo, è la nostra unica ricchezza, e fonte di gioia fin da questo momento.
aggiungerei all’ultimo post: “La vita non la porteremo dietro ma come l’abbiamo vissuta invece Sì.”
il prof di religione ci ha dato da cercare vangeli simili a questo e noi non sappiamo cosa mettere . ci potreste aiutare?
hhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhdfhhjhjhndsh