34 Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! 35 Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».
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Chi dice queste Parole? Chi è il soggetto di queste frasi? Non può essere che Gesù. Ma qui mi sembra che Egli riveli in se stesso proprio la Persona di Dio. Non mi sembra convincente il suggerimento della nota della bibbia che attribuisce direttamente solo a Gesù l’espressione “quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli…” del ver.34, per poi dire che di per sé nella narrazione evangelica di Luca c’è solo un unico grande viaggio di Gesù verso Gerusalemme. Qui mi sembra più verosimile che tale affermazione sia legata alla prima parte del versetto, e quindi a tutta la storia del popolo di Dio e al rifiuto di Gerusalemme che uccide i profeti e quelli che sono stati mandati a lei. La Parola di Gesù è qui esplicitamente la Parola stessa di Dio.
L’immagine della chioccia che raccoglie i pulcini sotto le ali è nello stesso tempo affettuosa e umile: così è il rapporto che Dio vuole avere con il suo popolo! Un popolo piccolo e debole che ha in Dio la sua speranza e la sua salvezza. Un popolo che vive del suo Signore. Per questo è molto duro il giudizio espresso da Gesù: “..e voi non avete voluto!”. Il dramma è l’impadronirsi del dono per farne proprio possesso e propria gestione. E’ il pericolo delle “religioni” che rischiano di corrompere il vincolo di fede che unisce a Dio il suo popolo. E’ il dramma dell’abbandono da parte del popolo della Parola di Dio! I profeti sono inviati da Dio proprio per ricondurlo alla Parola. E proprio per questo vengono uccisi.
Ed ecco allora la sentenza terribile: “Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi!”. Costruita dal popolo per essere il segno della presenza di Dio e della comunione con Lui, diventa “vuota”, “abbandonata a voi”. Dentro non c’è più Dio. Tutto questo si può riferire sia alla grande comunità come al piccolo gruppo. E si può attribuire anche all’esperienza di fede di ogni persona, quando cessa di essere tale e diventa esteriorità farisaica.
La citazione del Salmo 117(118),26 che ritroviamo in Luca 19,38 quando Gesù entra nella città santa, esprime bene il fatto che nella nostra vita di fede Egli è sempre “presente” e “assente”. Presente nella sua Parola e nel dono del suo Spirito. Ma sempre da invocare e cercare nell’incessante conversione di ciascuno e della stessa comunità, sempre essendo tutti esposti a quel “non volere” del ver.34.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Il commento 2007:
https://www.famigliedellavisitazione.it/lc-13-34-35.html
Mi sembra di grande speranza l’ultimo versetto: “verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. Il nostro cuore si aprirà al dono del Signore, alla sua venuta… “voluta” da lui e “voluta” anche da noi, con ammirazione e gioia infinita!