34 Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti e lapidi coloro che sono mandati a te, quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli come una gallina la sua covata sotto le ali e voi non avete voluto! 35 Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta! Vi dico infatti che non mi vedrete più fino al tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

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Non mi piace la nota della Bibbia TOB che considera artificiosa la collocazione, a questo punto, delle parole rivolte da Gesù a Gerusalemme, città alla quale non è ancora arrivato. A me sembra bello questo “anticipo” verso il luogo al quale Egli si dirige come orientamento di tutta la sua vita terrena, come luogo della sua Pasqua. Questo diventa ancora più forte quando si considera che le parole di oggi sono in assoluta continuità con quelle di ieri, e quindi con la ribadita determinazione di recarsi nel luogo dove seguirà la sorte di tutti i profeti d’Israele.
Quello che invece è straordinario e meraviglioso nelle parole di oggi è il porsi di Gesù in modo pieno nella “prospettiva” di Dio! In Luca 19,41-44 Egli tornerà a rivolgersi alla Città Santa, ma con un tono di dolente partecipazione. Qui invece si rende presenta nelle sue parole il giudizio stesso di Dio nei confronti della Città amata ed eletta. In Gesù è Dio stesso che parla in piena evidenza!
Gesù innanzitutto conferma quanto già ha affermato al ver.33 circa la sorte di tutti i profeti e più ampiamente di tutti coloro che Dio ha mandato al suo popolo (“sapienti e scribi” nel testo parallelo di Matteo 23,33-39), per attuare il suo disegno di salvezza e per raccogliere intorno a Sè tutti i suoi figli. L’immagine della gallina e della sua covata ha la forza di una affettuosa e dolente parola materna. Nella croce del Figlio di Dio lo scandalo di questo rifiuto – “non avete voluto” – raggiungerà il suo apice e provocherà la sua più drammatica conseguenza:”Ecco, la vostra casa vi viene lasciata deserta”. Si tratta della Casa che è segno dell’abitazione di Dio con il suo popolo, ma qui è indicata come la casa che è anche la vera casa del suo popolo. Senza il Tempio di Dio, Israele è senza casa!
Tuttavia la severità del giudizio, che si attuerà sia con la morte del Signore sia con la distruzione del Tempio,contiene la prospettiva della salvezza finale, strettamente connessa con il riconoscimento e l’accoglienza del Messia del Signore:”Benedetto Colui che viene nel nome del Signore”.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Mi è piaciuto molto ripensare,oggi, alla volontà precisa che il Signore ha di raccogliere i suoi pulcini.
Ci ha raccolti e ci vuole raccogliere,come i dispersi d’Israele.
Ho visto nel secondo versetto l’attenzione a tenere sempre presente nel cuore la benedizione che comporta e che è espressa e riassunta dall’essere raccolti dal Signore.
Come se questa consapevolezza fosse condizione necessaria per vederlo, nella nostra vita e nella realtà che condividiamo.
Mi permetto di aggiungere che all’alba di cinque anni fa,in questo giorno, feci un incidente in macchina che causò considerevoli cambiamenti nella mia vita.
Un pò come Eutico che venne raccolto morto e ricondotto agli altri vivo.
Perdonate la divagazione.