22 Passava per città e villaggi, insegnando, mentre camminava verso Gerusalemme. 23 Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Rispose: 24 «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno. 25 Quando il padrone di casa si alzerà e chiuderà la porta, rimasti fuori, comincerete a bussare alla porta, dicendo: Signore, aprici. Ma egli vi risponderà: Non vi conosco, non so di dove siete. 26 Allora comincerete a dire: Abbiamo mangiato e bevuto in tua presenza e tu hai insegnato nelle nostre piazze. 27 Ma egli dichiarerà: Vi dico che non so di dove siete. Allontanatevi da me voi tutti operatori d’iniquità! 28 Là ci sarà pianto e stridore di denti quando vedrete Abramo, Isacco e Giacobbe e tutti i profeti nel regno di Dio e voi cacciati fuori. 29 Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio. 30 Ed ecco, ci sono alcuni tra gli ultimi che saranno primi e alcuni tra i primi che saranno ultimi».
Post correlati
3 Commenti
Lascia un commento
Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.
Le categorie
- Audio (1.009)
- Audio e Video (623)
- Dalla Chiesa e dal mondo (168)
- Giovanni scrive… (515)
- Giuseppe scrive… (2)
- Incontri e approfondimenti (446)
- La lectio quotidiana (4.669)
- Le nostre notizie (1.008)
- Letture domenicali e festività (842)
- Senza categoria (8)
- Video (149)
Telegram
Archivi
Gli ultimi articoli pubblicati
- Le nostre Parrocchie ai Ronchi 2023: I video degli incontri di Sabato 23 settembre 2023
- Matteo 23,1-7
- Le Letture e i canti di domenica 1 ottobre 2023 – XXVI Domenica del T. O. (Anno A)
- Festa dei Ss. Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele – 29 settembre 2023
- Matteo 22,41-46
- Matteo 22,34-40
- Matteo 22,23-33
- Omelia di d. Giuseppe Scimè – XXV Domenica del tempo ordinario (Anno A) – 24 settembre 2023
- Matteo 22,15-22
- Matteo 22,11-14
La strada della preghiera mi ha condotto a collocare le parole che oggi il Signore ci regala nell’invito a cogliere e ad accogliere nella persona e nell’opera di Gesù la vera e unica fonte della salvezza di ciascuno e di tutti, di tutta l’umanità. Questo potrà avvenire per un riconoscimento diretto di Lui, o per il contatto con qualche elemento del suo insegnamento e della sua potenza spirituale, ma in ogni modo è Lui il piccolo seme che diventerà arbusto accogliene, è Lui il lievito che fa’ fermentare tutta la pasta. Quindi, è Lui la porta stretta!
Merita attenzione la domanda che viene rivolta al Signore:”Signore, sono pochi quelli che si salvano?”(ver.23). In ogni grande impresa, in ogni itinerario difficile, si stabilisce inevitabilmente un’aristocrazia di successi e di meriti, legata alle capacità delle persone. Quindi se l’impresa è grande, saranno pochi! Nella domanda di questo anonimo interlocutore c’è però la denuncia interessante di un’impostazione sbagliata, ed è quel “si salvano”, dove l’ “essere salvati” si deve chiarire come dono che ogni persona deve in ogni modo ricevere, come impresa che nessuno può pensare di realizzare con le sue forze e capacità. L’essere salvati dunque dipende in modo assoluto dal…Salvatore!
E qui sta il cuore della risposta di Gesù. Egli di fatto non risponde alla domanda, e non dice se i salvati saranno pochi o tanti. Ma afferma che l’aristocrazia spirituale va’ appunto cercata nella “porta stretta”, cioè nell’unico stretto passaggio verso la salvezza. Questa porta stretta è Lui! Per questo, vi consiglio di andare al cap.10 del Vangelo secondo Giovanni, e in particolare ai vers.7-10, dove Gesù esplicita il significato della “porta”.
Di questo mi sembra sia grande conferma la seconda parte del nostro testo, ai vers.25-27, dove sembra essere Lui quello che chiude la porta e viene indicato e invocato come quello che è stato con loro, ha mangiato e insegnato con loro; ma Egli non li riconoscerà. E non li riconoscerà perchè loro non l’hanno riconosciuto come Colui che veniva ad adempiere tutte le profezie e a portare a pienezza tutte le parole dell’Alleanza antica.
L’immagine finale dei vers.28-30 lega il riconoscimento di Gesù Cristo al dono finale del Regno, dove saranno presenti molti provenienti da tutte le genti, ed esclusi altri che, pur avendo ricevuto per primi il germe della salvezza nella Legge e nei Profeti, non hanno accolto la pienezza del dono di Dio nella persona di Gesù, il Figlio di Dio.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
La porta nella quale dobbiamo entrare per essere salvati è aperta! Infatti al v.25 dice “quando il padrone si alzerà a chiudere…”. Ci dice che è stretta: per entrare dobbiamo restringerci, diventare piccoli, abbassarci. Dice che per entrare dobbiamo lottare, non nel senso di sgomitare con gli altri per riuscire a passare per primi ma perchè passare attraverso di lui è faticoso, comporta la nostra conversione, il nostro dire di sì a Lui, il nostro seguire i suoi comandamenti e principalmente quello dell’amore fino alla morte.
Il fascino straordinario che esercita su di noi questa porta aperta ci spinge a curiosare intorno a lei, ci spinge a provare ad entrare… e se diventiamo abbastanza piccoli per passare ci ritroviamo nella sua casa, accediamo al banchetto, gustiamo la sua compagnia, la comunione profonda con lui… Lo conosciamo! Conoscere ed essere conosciuti da lui non è solo vederlo da lontano, o stargli davanti, o essere nella piazza con lui ma entrare da lui, sedersi a tavola con lui, mettersi all’ascolto delle sue Parole, conversare, mangiare di lui…
Tutto questo ci è dato oggi!
Domenica scorsa il parroco di Usokami ha fatto notare che questa porta stretta ha la caratteristica di essere aperta. Dio infatti desidera che noi entriamo e ha fissato per questo questo tempo, fino alla fine del tempo.
Il testo di oggi pare fare da preludio a questo nuovo tratto del cammino di Gesù verso Gerusalemme, anche per la sottolineatura del primo versetto. In effetti i capitoli che seguono sembrano in qualche modo ancora collegarsi alla provocazione della domanda di oggi. Si può sottolineare almeno la parabola del cap.14 dell’invito a cena che offre importanti parallelismi e luci, sia in relazione a quelli che non entrano, che alle folle descritte negli ultimi versetti di oggi.
La domanda se sono pochi ad essere salvati svela probabilmente una mentalità che considera la salvezza collegata alle opere, e non alla grazia di Dio.
Il verbo sforzatevi del versetto 24 in altri passi è utilizzato per indicare il combattere il combattimento della fede. Per i brani che precedono appare chiaro l’ambito di questo combattimento: l’avere fiducia nella forza di questo piccolo seme gettato nel giardino e di quel po’ di lievito mischiato alla farina.
Forse vale la pena ricordare che l’ultimo versetto di oggi nel Vangelo di Matteo conclude la parabola dei lavoratori chiamati a lavorare nella vigna a ore diverse e che ricevono tutti l’unico denaro, a cominciare appunto dagli ultimi. In particolare in quella parabola si pone in particolare evidenza che Dio è buono e la nostra difficoltà ad accettare la sua bontà e la giusta ingiustizia che da questa deriva.
Il testo di oggi si può infine leggere come un richiamo che Gesù ci fa a non vivere alienati, accettando che a ciascuno di noi è offerta quella porta stretta che corrisponde alla nostra vita così come è, senza cercare alternative più spaziose, ma comunque illusorie.