Le scrivo perché cerco consolazione e lei lo sa fare. Non sono credente. Anni fa ho impedito che una bambina nascesse da me, perché non ero in grado di accoglierla bene. Ma da allora non ho pace. La non vita di questa piccola è adesso come la mia morte. Lei può dire qualcosa a chi è così angosciata, ma non ha la fede?

Anch’io di fede ne ho poca, e desidero dirle qualcosa, pur essendo consapevole degli immensi limiti della mia persona e della vastità del dolore che lei mi comunica. Per quel poco di fede che ho saputo accogliere e custodire, le dico che la sua bambina è viva, perché nessuno, e neppure lei che è la sua mamma, deve rimanere privo della possibilità di risorgere ad una vita nuova. Se non lo ha già fatto, dia allora un nome alla sua bambina, per poterla chiamare accanto. La sua bambina prega per lei. Quando hanno messo in croce Gesù, lui ha chiesto al Padre di perdonarli perché “non sanno quello che fanno”. E dei suoi uccisori si dice che “contempleranno colui che hanno trafitto”. E il Signore, che è venuto non a condannare, ma a salvare tutti, la prenderà per mano per le preghiere della sua bambina, verso una vita nuova e bellissima, dove lei potrà essere una ricca fonte di vita per tanti. Penso che, come me, non pochi che leggessero il suo messaggio desidererebbero esserle vicino. Anch’io. Ho pubblicato un messaggio così delicato e doloroso solo perché non sapevo come raggiungerla in altro modo. La fede: il dono della fede talvolta comincia a manifestarsi quando ci accorgiamo che da soli non possiamo più pensare di condurre la nostra vita troppo grande per le nostre poche forze. Qualcuno si fermerà sulla strada dove non riusciamo a proseguire da soli? La fede comincia spesso con un gemito. Come quello che ho colto in lei. Perdoni il niente che le ho risposto. Se vorrà cercarmi… Un caro saluto domenicale a lei e a tutti.

Giovanni della Dozza.

Domenica 12 Agosto 2012.