“Fino a un secolo fa il modello del morire è stato quello di un rito domestico di vicinato, con il moribondo protagonista, con una trasmissione di valori, con la presenza di una rete famigliare e amicale a servizio del protagonista, secondo la sua volontà, espressa o interpretata. Da un secolo circa, c’è stata l’espulsione dall’ambiente domestico, il ruolo del protagonista è diventato marginale, il modello si è ribaltato…. Il nostro compito è una battaglia culturale che deve avere esiti pratici, che deve intervenire nel momento in cui la persona – ogni persona! – è più debole e indifesa, è in balìa. Intanto oggi facciamo un passo giusto. Lo facciamo facendoci ispirare da una convinzione che ci accomuna tutti, laici e cattolici, che è un umanesimo forte che ci deriva – non ho difficoltà ad ammetterlo -, anche nelle radici laiche, da una civiltà cristiana che ha proposto un dio personale. Tutti abbiamo un umanesimo forte, quindi l’idea di un uomo che non può essere separato dalla sua dignità e dalla sua libertà perché l’uomo non è solo natura; è anche natura, ma non è solo natura. Noi sappiamo bene, mentre facciamo una legge, che ci saranno sempre, nella vita reale, dei casi che una legge non può risolvere, casi al confine sottile fra diverse e sacrosante esigenze morali. Allora dobbiamo sapere che c’è una sola soluzione: assistito dalla scienza, decide l’amore”. (dall’intervento di P.L.Bersani alla Camera sulle Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento).
Sento il desiderio, ma anche il dovere, di riportare qualche parola dell’intervento alla Camera di Pier Luigi Bersani. Il mondo in cui sono cresciuto, a partire dai miei genitori, è quello dove è importante provare a vivere bene e nella pace. Mi sono innamorato del Vangelo a vent’anni ascoltandolo con gli scouts. Alla Cattolica di Milano e alla Gregoriana di Roma ho cercato di capire come spendere la mia vita in quell’innamoramento. L’amicizia con Martini, con Milani e soprattutto con Dossetti mi ha convinto che, pur essendo un peccatore, potevo per il Vangelo giocarmi la vita. Adesso, da vecchio, mi piace scoprire la divina bellezza del Vangelo nei luoghi e nelle circostanze dove non ce se l’aspetterebbe! Da giovane mi ha rapito Papa Giovanni. Adesso sono ogni giorno consolato e rallegrato dal Papa che dall’Argentina è venuto a Roma e dal Vescovo che da Roma è venuto a Bologna. E anche da un “laico” che forse si pensa ateo e parla da cristiano. Per questo mi piace trascrivere ai miei cari amici del Carlino quello che lui ha detto. Buona Domenica.
Giovanni della Dozza.
Nota: Articolo pubblicato su “Il resto del Carlino – Bologna” di domenica 2 Aprile 2017 nella rubrica “Cose di Questo mondo”.