7 Una parola mandò il Signore contro Giacobbe, essa cadde su Israele. 8 La conoscerà tutto il popolo, gli Efraimiti e gli abitanti di Samaria, che dicevano nel loro orgoglio e nell’arroganza del loro cuore: 9 «I mattoni sono caduti, ricostruiremo in pietra; i sicomòri sono stati abbattuti, li sostituiremo con cedri». 10 Il Signore suscitò contro questo popolo i suoi nemici, eccitò i suoi avversari: 11 gli Aramei dall’oriente, da occidente i Filistei, che divorano Israele a grandi bocconi. Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. 12 Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva; non hanno ricercato il Signore degli eserciti. 13 Pertanto il Signore ha amputato a Israele capo e coda, palma e giunco in un giorno. 14 L’anziano e i notabili sono il capo, il profeta, maestro di menzogna, è la coda. 15 Le guide di questo popolo lo hanno fuorviato e quelli che esse guidano si sono perduti. 16 Perciò il Signore non avrà clemenza verso i suoi giovani, non avrà pietà degli orfani e delle vedove, perché tutti sono empi e perversi; ogni bocca proferisce parole stolte. Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa. 17 Sì, brucia l’iniquità come fuoco che divora rovi e pruni, divampa nel folto della selva, da dove si sollevano colonne di fumo. 18 Per l’ira del Signore degli eserciti brucia la terra e il popolo è dato in pasto al fuoco; nessuno ha pietà del proprio fratello. 19 Dilania a destra, ma è ancora affamato, mangia a sinistra, ma senza saziarsi; ognuno mangia la carne del suo vicino. 20 Manasse contro Èfraim ed Èfraim contro Manasse, tutti e due insieme contro Giuda. Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.
Isaia 9,7-20

Il profeta esordisce con una affermazione forte: dice che il Signore “manda una parola” ed essa “cade su Israele”. La parola di Dio appare qui in tutta la sua concretezza, quasi materializzata, ed è efficace poiché compie quello che annuncia. Varie sventure si abbattono sui capi (ritenuti i più responsabili) e sul popolo, eppure la collera divina non si placa; ripete infatti il ritornello: “Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa”. Non sembra, ma questa è una notizia molto positiva: non ci sono castighi e punizioni che possano rendere Dio contento e soddisfatto! Non è quello che Lui cerca. Quello che vuole lo suggerisce il v.12: “Il popolo non è tornato a chi lo percuoteva; non hanno ricercato il Signore degli eserciti”. Il Signore vuole solo che “torniamo”, che ci volgiamo a lui e lo cerchiamo. Insieme a lui possiamo “ricostruirci”, non con le nostre forze – come volevano fare gli Efraimiti e i Samaritani dei vv.8-9 – ma aggrappandoci a quella “mano stesa”, che non vuole colpirci ma soccorrerci.
E’ molto forte il termine che dice al ver.7 come questa Parola mandata da Dio “cadde su Israele”, e cade con potenza, tanto che “la conoscerà tutto il popolo” (ver.8).
Qui la Parola è senza dubbio parola di giudizio e di condanna, ma non cessa di essere Parola di salvezza!
Forse si può dire che quasi sempre la “buona notizia”, l”evangelo” della Parola è anche giudizio, ma è giudizio per la salvezza!
E’ liberazione dal male che tiene prigioniera la creatura.
Addirittura la Parola è potenza di morte per la vecchia creatura e risurrezione della vita nuova!
Addirittura la Parola viene conosciuta da coloro “che dicevano nel loro orgoglio e nell’arroganza del loro cuore: i mattoni sono caduti, ricostruiremo in pietra”!
Ma il Signore abbatte questo orgoglio arrogante e spinge i nemici del popolo che divoreranno “Israele a grandi bocconi” (ver.11)!
E la sua mano è ancora “stesa” contro il suo popolo.
Viene da Dio tale castigo, ma “il popolo non è tornato a chi lo percuoteva; non hanno ricercato il Signore degli eserciti”.
La Parola che oggi il Signore ci dona è molto preziosa e delicata, perché ci aiuta a comprendere che il Signore non ci sta giudicando, ma, combattendo il nostro male, ci salva! Per questo, dice il ver.13, “Dio ha amputato testa e coda”, dove i capi e gli anziani sono il capo, e il falso profeta è la coda! (ver.14).
Dunque, la severità del Signore è sempre per la nostra salvezza!
Egli “brucia l’iniquità come fuoco … e l’ira del Signore brucia la terra e il popolo è dato in pasto al fuoco … e ancora non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa” (vers.16-20).
Penso che ognuno di noi abbia sperimentato questa severità divina e abbia avuto la grazia di riconoscerla non come abbandono , ma come opera di salvezza.
E oggi chiedo al Signore di visitare e consolare chi si sentisse perduto.
Lo chiedo perché anch’io, peccatore, ho sperimentato e incontro questa divina severa misericordia!
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.