1 Guai a coloro che fanno decreti iniqui e scrivono in fretta sentenze oppressive, 2 per negare la giustizia ai miseri e per frodare del diritto i poveri del mio popolo, per fare delle vedove la loro preda e per defraudare gli orfani. 3 Ma che cosa farete nel giorno del castigo, quando da lontano sopraggiungerà la rovina? A chi ricorrerete per protezione? Dove lascerete la vostra ricchezza? 4 Non vi resterà che curvare la schiena in mezzo ai prigionieri o cadere tra i morti. Con tutto ciò non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane stesa.
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La Parola che oggi il Signore ci regala continua la severa ammonizione di ieri, forse volendo precisare con maggiore diretta attenzione le persone più esposte e tentate di comportamenti contrari alla volontà del Signore. Frodatori e defraudatori dei poveri sono coloro ai quali il profeta rivolge una domanda: “Dove lascerete la vostra ricchezza?” (ver.3).
Sono dunque coloro che accumulano ricchezza aggredendo i poveri: i poveri sono i “miseri” del ver.2, le vedove e gli orfani.
Il ver.3 ci parla di un “giorno del castigo”. Alla lettera è “il giorno della visita”. Ed è la visita di Dio.
E’ il giorno del giudizio di Dio al termine del nostro cammino di vita terrena.
Convertiamoci!
In ogni modo ancora il profeta ci ripete che contro il male “non si calma la sua ira e ancora la sua mano rimane tesa”.
Anche nel nostro tempo, malgrado tutto il progresso tecnico e scientifico, il problema della povertà e della fame diventa ogni giorno più drammatico.
Questa mattina mangiavo con un salutare disagio dei biscotti secchi inutilmente cari, a cui la mia senile ottusità è affezionata. Qualcuno mi ha detto che quando mangio una bistecca uccido un uomo. Da qualche anno risparmio ogni mattina qualche litro d’acqua evitando di aprire il rubinetto ancor prima di spalmare il dentifricio sullo spazzolino. Ho saputo che cento trapianti del fegato fatti a Bologna costano come il bilancio statale di un Paese africano. Vecchio come sono, mi sono convinto che preferisco congedarmi senza trapianto.
Scusate le sciocchezze.
Dio ti benedica. E tu benedicimi. Tuo. Giovanni.
Vediamo in questi versetti quanto il Signore sia preoccupato per noi. Ci spiega dove sbagliamo, quali comportamenti lo rattristino. E chiede come un padre angustiato: Cosa farete nel giorno della visita? Come potrò proteggervi?… Fa presente un “particolare” che Gesù illustrerà in una breve parabola: Stolto! Dove lascerai le ricchezze accumulate? Esse sono il frutto di ingiustizia e oppressione dei poveri! – Il richiamo di oggi ci fa anche capire, indirettamente, cosa dobbiamo fare: contribuire ad una società più giusta, occuparci dei più deboli, aiutare i poveri non tanto con l’elemosina quanto con la tutela del loro diritto.